mercoledì 1 dicembre 2010

Sapienza - Undicesimo appuntamento

Torna l'appuntamento settimanale con il Libro della Sapienza, per attingere sapere utile per la santità


1poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.
2Per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli
e li ammonisci ricordando loro i propri peccati,
perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore.

3Tu odiavi gli antichi abitanti della tua terra santa,
4perché compivano delitti ripugnanti,
pratiche di magia e riti sacrileghi.
5Questi spietati uccisori dei loro figli,
divoratori di visceri in banchetti di carne umana,
iniziati in orgiastici riti,
6genitori carnefici di vite indifese,
tu li hai voluti distruggere per mano dei nostri antenati,
7perché ricevesse una degna colonia di figli di Dio
la regione da te stimata più di ogni altra.
8Ma anche con loro, perché uomini, fosti indulgente
mandando loro le vespe come avanguardie del tuo esercito,
perché li distruggessero a poco a poco.
9Pur potendo in battaglia dare gli empi in mano dei giusti,
oppure distruggerli con bestie feroci
o all'istante con un ordine inesorabile,
10colpendoli invece a poco a poco,
lasciavi posto al pentimento,
sebbene tu non ignorassi che la loro razza era perversa
e la loro malvagità naturale
e che la loro mentalità non sarebbe mai cambiata,
11perché era una stirpe maledetta fin da principio.

Non certo per timore di alcuno
lasciavi impunite le loro colpe.
12E chi potrebbe domandarti: "Che hai fatto?",
o chi potrebbe opporsi a una tua sentenza?
Chi oserebbe accusarti
per l'eliminazione di genti da te create?
Chi si potrebbe costituire contro di te
come difensore di uomini ingiusti?
13Non c'è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose,
perché tu debba difenderti
dall'accusa di giudice ingiusto.
14né un re né un tiranno potrebbe affrontarti
in difesa di quelli che hai punito.
15Essendo giusto, governi tutto con giustizia.
Condannare chi non merita il castigo
lo consideri incompatibile con la tua potenza.
16La tua forza infatti è principio di giustizia;
il tuo dominio universale ti rende indulgente con tutti.
17Mostri la forza se non si crede nella tua onnipotenza
e reprimi l'insolenza in coloro che la conoscono.
18Tu, padrone della forza, giudichi con mitezza;
ci governi con molta indulgenza,
perché il potere lo eserciti quando vuoi.

19Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo
che il giusto deve amare gli uomini;
inoltre hai reso i tuoi figli pieni di dolce speranza
perché tu concedi dopo i peccati
la possibilità di pentirsi.
20Se gente nemica dei tuoi figli e degna di morte
tu hai punito con tanto riguardo e indulgenza,
concedendole tempo e modo
per ravvedersi dalla sua malvagità,
21con quanta attenzione hai castigato i tuoi figli,
con i cui padri concludesti, giurando,
alleanze di così buone promesse?
22Mentre dunque ci correggi,
tu colpisci i nostri nemici in svariatissimi modi,
perché nel giudicare riflettiamo sulla tua bontà
e speriamo nella misericordia, quando siamo giudicati.

23Perciò quanti vissero ingiustamente con stoltezza
tu li hai tormentati con i loro stessi abomini.
24Essi s'erano allontanati troppo sulla via dell'errore,
ritenendo dèi i più abietti e i più ripugnanti animali,
ingannati come bambini senza ragione.
25Per questo, come a fanciulli irragionevoli,
hai mandato loro un castigo per derisione.
26Ma chi non si lascia correggere da castighi di derisione,
sperimenterà un giudizio degno di Dio.
27Infatti, soffrendo per questi animali, si sdegnavano,
perché puniti con gli stessi esseri che stimavano dèi,
e capirono e riconobbero il vero Dio,
che prima non avevano voluto conoscere.
Per questo si abbatté su di loro il supremo dei castighi.

COMMENTO

Questo bellissimo capitolo della Sapienza ci mostra da un lato la Giustizia di Dio e dall'altra la Sua Misericordia. Appena abbiamo letto come il Signore concede a ciascuno occasioni di pentimento proprio perché Egli non vuole che vada perduta anima alcuna. Quando noi vediamo un peccatore, d'istinto vorremmo che questi venisse castigato con rigore per la sua ingiustizia, nei casi peggiori desideriamo che questi perisca, ma il Signore è buono e indulgente e dona molte occasioni di conversione, fino all'ultima e decisa ed irripetibile occasione: dopo questa se l'uomo non si converte, non ha altre possibilità di salvezza. Ecco perché dobbiamo approfittare sempre delle buone occasioni perché potrebbe essere l'ultima. Possiamo comprendere meglio questo concetto leggendo uno stralcio del diario di Santa Faustina Kowalska:

DIALOGO FRA DIO MISERICORDIOSO E L’ANIMA DISPERATA.
- Gesù: «Anima immersa nelle tenebre, non ti disperare, non è ancora perduto tutto. Parla col tuo Dio, che è l'amore e la Misericordia in persona». Ma purtroppo l'anima rimane sorda al richiamo di Dio e s'immerge in tenebre ancora maggiori. - Gesù la chiama di nuovo: «Anima, ascolta la voce di tuo Padre misericordioso». Nell'anima si sta preparando una risposta: «Per me non c'è più Misericordia». Ed essa precipita in tenebre sempre più fitte, in una specie di disperazione che le fa pregustare in certo modo l'inferno e la rende completamente incapace di avvicinarsi a Dio. Gesù per la terza volta parla all'anima, ma l'anima è sorda e cieca, incomincia a consolidarsi nell'ostinazione e nella disperazione. Allora incominciano in certo qual modo a sforzarsi le viscere della Misericordia di Dio e, senza alcuna cooperazione da parte dell'anima, Iddio le dà l'ultima grazia. Se la disprezza, Iddio la lascia ormai nello stato in cui essa stessa vuole stare per l'eternità. Questa grazia scaturisce dal Cuore misericordioso di Gesù e colpisce l'anima con la sua luce e l'anima incomincia a comprendere lo sforzo di Dio, ma la conversione dipende da lei. Essa sa che quella grazia è l'ultima per lei e se mostra un piccolo cenno di buona volontà - anche il più piccolo - la Misericordia di Dio farà il resto.


Il Signore attraverso Santa Faustina ci fa comprendere quanto grande è la Sua Misericordia. Passando invece alla Giustizia, vediamo come il Signore giudica sempre con rettitudine, non punisce il giusto, ma lo prova, il peccatore invece lo punisce secondo le sue azioni ma allo stesso tempo gli concede l'occasione di redimersi: Ecco perché il Signore è insieme giusto e misericordioso: giusto perché, come già detto, punisce il peccatore secondo le azioni commesse e misericordioso perché gli concede la possibilità di pentirsi. Il Signore, leggiamo nel capitolo 12 della Sapienza, puniva l'antico popolo che occupava la terra santa, non con castighi immediati e definitivi pur potendolo fare, ma lentamente inviando loro delle vespe per dar loro la giusta pena e al contempo l'occasione di pentirsi per i propri peccati, pur sapendo il Signore che quello era un popolo malvagio e perverso. Da questo sappiamo che Dio è perfetto nella Giustizia poiché la pratica senza mai condannare i giusti o premiare i peccatori, ma dando il premio ai giusti e il castigo ai peccatori come giusto che sia, ed è perfetto nella Misericordia perché pur vedendo la malvagità nel cuore degli uomini, è così grande nell'Amore da voler concedere anche a loro la possibilità di convertirsi e salvarsi poiché essendo uomini, quindi Sue creature, ha pietà di loro. Accostiamoci alla Divina Misericordia del Signore con piena fiducia, pentendoci sinceramente per i nostri peccati ed Egli ci concederà nella Sua infinità bontà il perdono tanto desiderato dall'anima che vuole ricongiungersi con il suo Signore. Infine, un ultimo sguardo sull'idolatria: adorare falsi dei è una grande offesa per l'unico vero Signore; infatti Egli punisce gli adoratori di idoli deludendoli per mano degli stessi, dando loro il giusto castigo e nello stesso momento l'occasione di riscoprire il vero Signore.


Dunque adoriamo l'Unico e Vero Signore nostro che è il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, Dio Santissimo, Giusto e Misericordioso, il cui attributo più grande, dice Santa Faustina Kowalska è l'Amore e la Misericordia.

0 commenti:

Posta un commento