venerdì 10 dicembre 2010

Siracide - Dodicesimo appuntamento

Torna l'appuntamento settimanale con il Siracide, giunto al dodicesimo capitolo: 

1Se fai il bene, sappi a chi lo fai;
così avrai una ricompensa per i tuoi benefici.
2Fa' il bene al pio e ne avrai il contraccambio,
se non da lui, certo dall'Altissimo.
3Nessun beneficio a chi si ostina nel male
né a chi rifiuta di fare l'elemosina.
4Dà al pio e non aiutare il peccatore.
5Benefica il misero e non dare all'empio,
impedisci che gli diano il pane e tu non dargliene,
perché egli non ne usi per dominarti;
difatti tu riceverai il male in doppia misura
per tutti i benefici che gli avrai fatto.
6Poiché anche l'Altissimo odia i peccatori
e farà giustizia degli empi.
7Dà al buono e non aiutare il peccatore.

8L'amico non si può riconoscere nella prosperità,
ma nell'avversità il nemico non si nasconderà.
9Quando uno prospera, i suoi nemici sono nel dolore;
ma quando uno è infelice, anche l'amico se ne separa.
10Non fidarti mai del tuo nemico,
poiché, come il metallo s'arrugginisce, così la sua malvagità.
11Anche se si abbassa e cammina curvo,
sta' attento e guardati da lui;
compòrtati con lui come chi pulisce uno specchio
e ti accorgerai che la sua ruggine non resiste a lungo.
12Non metterlo al tuo fianco,
perché non ti rovesci e si ponga al tuo posto,
non farlo sedere alla tua destra,
perché non ricerchi la tua sedia,
e alla fine tu conosca la verità delle mie parole
e senta rimorso per i miei detti.
13Chi avrà pietà di un incantatore morso da un serpente
e di quanti si avvicinano alle belve?
14Così capita a chi si associa a un peccatore
e s'imbratta dei suoi misfatti.
15Per un momento rimarrà con te,
ma se cadi, egli non reggerà più.
Il nemico ha il dolce sulle labbra,
ma in cuore medita di gettarti in una fossa.
Il nemico avrà lacrime agli occhi,
ma se troverà l'occasione, non si sazierà del tuo sangue.
17Se ti capiterà il male, egli sarà là per il primo
e, con il pretesto di aiutarti, ti prenderà per il tallone.
18Scuoterà il capo e batterà le mani,
poi bisbigliando a lungo cambierà faccia.


 COMMENTO

A primo acchito ci sembra di vedere una contraddizione palese tra queste parole del Siracide e il messaggio di Gesù ed infatti è proprio così. Infatti, la sapienza di questo tempo è ancora priva dello spirito illuminante delle parole di Gesù. Egli stesso dice: “La regina del mezzogiorno risusciterà nel giudizio con questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per udire la sapienza di Salomone; ed ecco, qui c'è uno più grande di Salomone” (Matteo 12:42).

Ben più di Salomone c'è qui! Gesù con queste parole mostra come Egli viene a completare e a dar compimento a tutto ciò che era stato detto e scritto nei tempi antichi. E sempre Gesù ci mostra il perchè di una tale discrasia tra le leggi antiche e il suo messaggio, in riferimento al ripudio: 

Dei farisei si avvicinarono a lui per metterlo alla prova, dicendo: «È lecito a un marito mandar via la moglie?»
Egli rispose loro: «Che cosa vi ha comandato Mosè?»
Essi dissero: «Mosè permise di scrivere un atto di ripudio e di mandarla via».
Gesù disse loro: «È per la durezza del vostro cuore che Mosè scrisse per voi quella norma; ma al principio della creazione Dio li fece maschio e femmina.
Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre, e i due saranno una sola carne.
Così non sono più due, ma una sola carne.
L'uomo, dunque, non separi quel che Dio ha unito».


Ecco, per la durezza del cuore degli uomini, sono state scritte e dette certe cose. Leggendo il Siracide notiamo che dice cose comunque rappresentanti la verità dei rapporti tra uomo giusto ed uomo empio: è vero che l'empio cerca di "far le scarpe" all'uomo giusto così come è vero che l'empio si addolora quando l'amico è felice e gioisce quando l'amico è nel dolore. Sono tutte cose vere che, ahimè, ancora oggi trovano un fondamento di verità. Però, Gesù ci ha cambiato la prospettiva di tutto questo: Gesù ci chiama ad aiutare i peccatori, ad ammonirli, a curarli, a benedirli e a pregare per loro. Gesù ci porta in sostanza il cuore della Sapienza di Dio: Egli stesso ci ha dato l'esempio, mangiando e bevendo con i peccatori e fermandosi a parlare con i pubblicani (poiché «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori»). 
Dunque, queste parole del Siracide le dobbiamo porre sotto la Luce di Gesù e meditarle sotto l'influenza del Suo messaggio: non cacciamo il peccatore, non malediciamolo, non respingiamolo e non emarginiamolo poiché "chi è senza peccato scagli la prima pietra": piuttosto amiamolo, accogliamolo e benediciamolo ponendo attenzione a non seguirlo sulla sua strada. Infatti, dal Siracide di oggi possiamo trarre quest'importante insegnamento: non seguiamo la via degli empi, lasciandoci traviare da loro, dimenticandoci e perdendo di vista la retta via. Gesù ci chiama all'amore, ma non ci dice di seguirli nell'empietà: se dunque il peccatore vuole continuare a peccare e cerca di convincerti a peccare, tu redarguiscilo sulla sua condotta e allontanati, pregando per lui e per la sua conversione. Non lasciamo che il male ci seduca e penetri così nel nostro intimo, traviando il nostro cammino verso il Regno dei Cieli. 

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