mercoledì 24 novembre 2010

Sapienza - Decimo appuntamento

Prosegui l'appuntamento con il Libro della Sapienza per riflettere sulla ricchezza spirituale che Essa ci porta con la Sua presenza
 
1Essa fece riuscire le loro imprese
per mezzo di un santo profeta:
2attraversarono un deserto inospitale,
fissarono le tende in terreni impraticabili,
3resistettero agli avversari, respinsero i nemici.

4Quando ebbero sete, ti invocarono
e fu data loro acqua da una rupe scoscesa,
rimedio contro la sete da una dura roccia.
5Ciò che era servito a punire i loro nemici,
nel bisogno fu per loro un beneficio.
6Invece della corrente di un fiume perenne,
sconvolto da putrido sangue
7in punizione di un decreto infanticida,
tu desti loro inaspettatamente acqua abbondante,
8mostrando per la sete di allora,
come avevi punito i loro avversari.
9Difatti, messi alla prova, sebbene puniti con misericordia,
compresero quali tormenti avevan sofferto gli empi,
giudicati nella collera,
10perché tu provasti gli uni come un padre che corregge,
mentre vagliasti gli altri come un re severo che condanna.
11Lontani o vicini erano ugualmente tribolati,
12perché un duplice dolore li colse
e un pianto per i ricordi del passato.
13Quando infatti seppero che dal loro castigo
quegli altri ricevevano benefici,
sentirono la presenza del Signore;
14poiché colui che avevano una volta esposto
e quindi respinto con scherni,
lo ammiravano alla fine degli eventi,
dopo aver patito una sete ben diversa da quella dei giusti.

15Per i ragionamenti insensati della loro ingiustizia,
da essi ingannati, venerarono
rettili senza ragione e vili bestiole.
Tu inviasti loro in castigo
una massa di animali senza ragione,
16perché capissero che con quelle stesse cose
per cui uno pecca, con esse è poi castigato.
17Certo, non aveva difficoltà la tua mano onnipotente,
che aveva creato il mondo da una materia senza forma,
a mandare loro una moltitudine di orsi e leoni feroci
18o belve ignote, create apposta, piene di furore,
o sbuffanti un alito infuocato
o esalanti vapori pestiferi
o folgoranti con le terribili scintille degli occhi,
19bestie di cui non solo l'assalto poteva sterminarli,
ma annientarli anche l'aspetto terrificante.
20Anche senza questo potevan soccombere con un soffio,
perseguitati dalla giustizia
e dispersi dallo spirito della tua potenza.
Ma tu hai tutto disposto con misura, calcolo e peso.

21Prevalere con la forza ti è sempre possibile;
chi potrà opporsi al potere del tuo braccio?
22Tutto il mondo davanti a te, come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
23Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi,
non guardi ai peccati degli uomini,
in vista del pentimento.
24Poiché tu ami tutte le cose esistenti
e nulla disprezzi di quanto hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata.
25Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi?
O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza?
26Tu risparmi tutte le cose,
perché tutte son tue, Signore, amante della vita,


COMMENTO


Oggi vengono rievocati alcuni avvenimenti del passato e cioè il miracolo dell'acqua e le piaghe d'Egitto. All'inizio vediamo come la benevolenza di Dio abbia portato al miracolo dell'acqua nonostante fosse immeritata a causa della disobbedienza degli ebrei. MA in questo passo vediamo anche un riferimento alla legge del contrappasso: Dio, infatti, invece di dar loro acqua di un fiume perenne, diede loro all'improvviso acqua abbondante, mostrando come Egli aveva punito gli empi e quale sorta avevano provato. Difatti, il riferimento sembra essere alle acque che si chiusero sulla testa degli Egiziani che inseguivano il popolo ebraico in fuga, guidato dal bastone di Mosè. Dio fece dunque sgorgare acqua in maniera forte e abbondante, dando l'immagine di ciò che avevano provato gli empi, a causa della collera di Dio. E in questo modo, gli ebrei compresero la differenza tra il castigo della collera e il castigo della misericordia, cioè quello che infligge per amore, per portare il figlio alla correzione. Dio ha sempre punito chi amava, ma non perchè si divertiva, ma perchè volevo la correzione, in modo che costui si poteva ravvedere e tornare a Lui. 
Se Dio avesse odiato i suoi figli, non ci avrebbe messo molto a distruggerli tutti, come leggiamo in questo passo: anche con gli egizi Egli ha usato una forza minima, poiché se avesse voluto distruggere tutto, avrebbe potuto farlo in poco tempo. Dio ama il mondo e tutto ciò che ha creato e non vuole la sua distruzione: poiché se non l'avesse amato, chi avrebbe potuto fermare od opporsi ala potenza del Suo braccio? Se Dio avesse voluto distruggere l'impero egiziano nella sua totalità, chi avrebbe potuto fermarLo? Dio ha fatto solo il necessario per liberare il Suo popolo: solo a causa dell'odio e della durezza del cuore egizio, gli egizi hanno provato la collera di Dio, altrimenti Egli non li avrebbe mai toccati. 
Impariamo dunque una lezione importante, così come la impararono gli ebrei nel deserto: c'è una differenza tra la punizione frutto di collera e la punizione frutto di amore; la prima colpisce l'empio e il malvagio mentre la seconda colpisce il giusto che inciampa lungo il cammino. Ecco perchè le difficoltà vanno accettate così come le prove, perchè esse sono frutto di amore e significano che Dio ci è vicino e ci ama realmente!

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