sabato 21 maggio 2011

Il Sabato dei Salmi - Salmo 54 (53) - Invocazione al Dio che rende giustizia

Salmo 54

1Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Maskil.
Di Davide.
2Dopo che gli Zifei vennero da Saul a dirgli: "Ecco, Davide se ne sta nascosto presso di noi".

3Dio, per il tuo nome, salvami,
per la tua potenza rendimi giustizia.
4Dio, ascolta la mia preghiera,
porgi l'orecchio alle parole della mia bocca;
5poiché sono insorti contro di me gli arroganti
e i prepotenti insidiano la mia vita,
davanti a sé non pongono Dio.
6Ecco, Dio è il mio aiuto,
il Signore mi sostiene.

7Fa' ricadere il male sui miei nemici,
nella tua fedeltà disperdili.
8Di tutto cuore ti offrirò un sacrificio,
Signore, loderò il tuo nome perché è buono;
9da ogni angoscia mi hai liberato
 e il mio occhio ha sfidato i miei nemici.
 
COMMENTO
 

Siamo ormai abituati a meditare questo genere di salmi che si traducono in una piena invocazione del Signore come protezione e come rifugio dalle persecuzioni, dalle paure, dal male che avanza incessante. Davide ci ha dimostrato come un vero uomo di fede vive la sua vita: ricorrendo, in ogni necessità, al Padre Celeste che vede e provvede. Purtroppo, oggi ricorriamo a Dio solamente quando siamo preda della disperazione e la scienza non riesce a darci ciò che vogliamo: altrimenti, facciamo esclusivo affidamento su noi stessi, reputandoci forti abbastanza per avanzare e per lottare nel mondo. Ma questa è solo un'illusione perchè senza Dio non siamo nulla: noi stessi siamo solo un soffio che può spegnersi da un momento all'altro; come possiamo confidare in noi stessi se non siamo nemmeno certi della nostra esistenza? O come possiamo confidare negli uomini e nella scienza se essi sono influenzati dal male o incapaci di realizzare l'impossibile? Davide sa bene queste cose: sa che da solo non può nulla contro coloro che tramano contro di lui e sa benissimo che solo Dio è forte abbastanza per preservarlo da ogni male, da ogni turbamento e da ogni nemico: ed infatti, nessuno ha toccato Davide perchè Dio era con lui. 

L'insegnamento che traiamo è quindi quello di rivolgerci a Dio con maggior frequenza, anche per le piccole cose perchè a Dio fa piacere vedere che ci rivolgiamo a Lui con fede e speranza esattamente come un figlio si rivolge al padre quando è in difficoltà. Noi tutti ci dimentichiamo che Dio è Padre prima di ogni cosa e che noi siamo Suoi figli: perciò dobbiamo imparare ad instaurare un vero rapporto filiale con Lui, seguendo l'esempio non solo di Davide, ma anche e soprattutto di Gesù Cristo che è l'emblema di come bisogna rivolgersi a Dio incessantemente, con fede e speranza viva.
 

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