venerdì 11 febbraio 2011

Siracide - Ventesimo appuntamento

Riprendiamo il nostro percorso del venerdì con il Siracide; oggi siamo giunti al ventesimo capitolo che ci presenta un'immagine a noi non nuova del comportamento sbagliato degli uomini, ma anche ci presenta oltre ai consigli, i vantaggi dell'umiltà, della giustizia e della prudenza:


20

1C'è un rimprovero che è fuori tempo,
c'è chi tace ed è prudente.
2Quanto è meglio rimproverare che covare l'ira!
3Chi si confessa colpevole evita l'umiliazione.
4Un eunuco che vuol deflorare una ragazza,
così chi vuol rendere giustizia con la violenza.
5C'è chi tace ed è ritenuto saggio,
e c'è chi è odiato per la sua loquacità.
6C'è chi tace, perché non sa che cosa rispondere,
e c'è chi tace, perché conosce il momento propizio.
7L'uomo saggio sta zitto fino al momento opportuno,
il millantatore e lo stolto lo trascurano.
8Chi abbonda nel parlare si renderà abominevole;
chi vuole assolutamente imporsi sarà odiato.

9Nelle disgrazie può trovarsi la fortuna per un uomo,
mentre un profitto può essere una perdita.
10C'è una generosità, che non ti arreca vantaggi
e c'è chi dall'umiliazione alza la testa.
12C'è chi compra molte cose con poco,
e chi le paga sette volte il loro valore.
13Il saggio si rende amabile con le sue parole,
le cortesie degli stolti sono sciupate.
14Il dono di uno stolto non ti gioverà,
perché i suoi occhi bramano ricevere più di quanto ha dato.
15Egli darà poco, ma rinfaccerà molto;
aprirà la sua bocca come un banditore.
Oggi darà un prestito e domani richiederà;
uomo odioso è costui.
16Lo stolto dice: "Non ho un amico,
non c'è gratitudine per i miei benefici.
17Quelli che mangiano il mio pane sono lingue cattive".
Quanto spesso e quanti si burleranno di lui!

18Meglio scivolare sul pavimento che con la lingua;
per questo la caduta dei cattivi giunge rapida.
19Un uomo senza grazia è un discorso inopportuno:
è sempre sulla bocca dei maleducati.
20Non si accetta una massima dalla bocca dello stolto,
perché non è mai detta a proposito.
21C'è chi è impedito di peccare dalla miseria
e durante il riposo non avrà rimorsi.
22C'è chi si rovina per rispetto umano
e si rovina per la faccia di uno stolto.
23C'è chi per rispetto umano fa promesse a un amico;
in tal modo se lo rende gratuitamente nemico.

24Brutta macchia nell'uomo la menzogna,
si trova sempre sulla bocca degli ignoranti.
25Meglio un ladro che un mentitore abituale,
ma tutti e due condivideranno la rovina.
26L'abitudine del bugiardo è un disonore,
la vergogna lo accompagnerà sempre.

27Il saggio si fa onore con i discorsi,
l'uomo prudente piace ai grandi.
28Chi lavora la terra accrescerà il raccolto;
chi piace ai grandi si fa perdonare l'ingiustizia.
29Regali e doni accecano gli occhi dei saggi,
come bavaglio sulla bocca, soffocano i rimproveri.
30Sapienza nascosta e tesoro invisibile:
a che servono l'una e l'altro?
31Fa meglio chi nasconde la stoltezza
che colui che nasconde la sapienza.


COMMENTO

L'umiltà anche in questo caso ci dimostra la sua ricchezza. Parlare è bene al momento nel quale siamo chiamati a farlo. Fare discorsi insensati per attirare l'attenzione non giova a nulla poiché è l'umiltà ad innalzare l'uomo, non la superbia che anzi fa precipitare nel fuoco dell'inferno. Questa Sacra Scrittura vuole consigliarci a tenere a freno la lingua quando non siamo interpellati, quando desideriamo metterci al centro dell'attenzione, ma allo stesso tempo ci ammonisce dicendo che è opportuno rimproverare quando si è nella posizione di poterlo fare, come ad esempio quando viviamo facendo la volontà di Dio e vediamo gli altri sbagliare. Gesù ci consiglia a non guardare alla pagliuzza degli altri, ma prima di togliere la trave dal nostro occhio per poter rimuovere la pagliuzza dagli occhi altrui. Prima rimproveriamo noi stessi poi ci vedremo bene, ovvero saremo saggi per poter aiutare gli altri a superare i loro difetti, non per il gusto di rimproverare, ma con amore caritatevole di voler aiutare. Una vita a servizio del Vangelo è possibile solo se non si scende al compromesso e non ci si lascia frenare dai doni e dai regali. Non si può annunziare il Regno di Dio nel ricevere doni e lodi dagli uomini. Dobbiamo rifiutare quanto è dannoso per la virtù dell'umiltà. I doni degli stolti come vuole dirci questo ventesimo capitolo del Siracide, possono impedire il buon rimprovero del giusto. Quante volte queste cose si sono ripetute nella storia della politica, con le cosiddette "bustarelle"! Gli uomini che si sono piegati al malaffare a scapito della giustizia ma a favore dei loro interessi, hanno tradito Dio, hanno tradito i loro cari, hanno tradito il loro prossimo, hanno tradito la verità. I doni degli stolti pervertono il cuore tanto da compromettere i giusti se non sono capaci di rifiutare quanto gli viene offerto. Un cristiano che vuole mettersi al servizio di Gesù Cristo e del Vangelo deve essere pronto a vivere nella prudenza, nell'umiltà, nella povertà, restando al proprio posto di "piccoli", come consiglia Gesù, non mettendosi ai primi posti quando ci si siede a tavola per ottenere onore e attirare attenzione, ma mettendosi all'ultimo posto per poter essere esaltati da Dio poiché gli "ultimi saranno i primi" e "chi si umilierà sarà esaltato". Pensiamo al poverello d'Assisi, Francesco. Si è fatto piccolo, autentico servitore del Vangelo di Cristo e il suo nome ancora oggi risuona nel mondo per richiamare tutti gli uomini al perfetto servizio del Regno di Dio. Noi cristiani dobbiamo avere il cuore rivolto a Gesù Cristo in qualsiasi situazione per non lasciarci corrompere dalle adulazioni degli uomini, pensare come pensa Gesù, agire come agisce Gesù, parlare come ama Gesù, amare come ama Gesù. Non dobbiamo mai fermarci davanti alle lusinghe dei menzogneri, non dobbiamo arrestarci sul cammino della Pace facendoci mettere il bastone tra le ruote. Purtroppo anche tra i sacerdoti c'è chi si lascia ingannare dal denaro e chiude la bocca, chiude la strada del Regno dei Cieli alle anime. Dobbiamo pregare, tanto pregare perché il Signore mandi nella Sua vigna tanti buoni e onesti operai, pronti a lavorare per il bene del prossimo e non per i propri interessi.

Gli stolti fanno doni per riceverne di più ci dice oggi il Siracide e rinfaccerà anche il poco che fa. Invece gli uomini giusti, donano con gioia e sono amati da Dio poiché Dio ama chi dona con gioia. Noi cristiani dobbiamo donare ciò che è veramente buono: dobbiamo portare Gesù Cristo nel mondo. Chi fa la volontà di Dio, guadagna tanto con poco, mentre invece vediamo tante persone oggi sacrificarsi per comprare oggetti costosissimi e che a nulla gli serviranno perché questi oggetti non salverà loro la vita. Dunque c'è chi spende tanto e si affatica tanto per guadagnare cose piccole e inutili che danno una gioia piccola e momentanea e c'è invece chi vivendo al servizio di Dio e dei fratelli, guadagna tanto, tantissimo, guadagna la gioia di vivere, la gioia di stare accanto a Gesù e ai fratelli. Per questi motivi la Sacra Scrittura letta oggi ci dice che c'è chi compra cose con poco e chi invece compra cose pagandole sette volte di più del loro valore. Oggi tanti giovani spendono tantissimo denaro per comprare oggetti che a nulla servirà loro, se non per passare pochi  attimi di divertimento, e poi? E poi si ricomincia comprando altri oggetti per riempire il loro tempo, ma soprattutto il loro cuore svuotato dall'assenza di Dio. Invece gli animi semplici, i cuori genuini guadagnano gioie immense senza spendere il becco di un quattrino, come? Facendo la volontà di Dio.

La menzogna frutto dell'odio e parente della disonestà porterà solo sciagure e sconfitte nella vita di ogni individuo. Solo la Verità, Gesù Cristo, redime, salva, dona gioia e trionfi all'anima che sceglie di abbracciarLa.

In conclusione, facciamo il santo proposito di morire a noi stessi per poter rinascere in Cristo e in Cristo Crocifisso per poter sempre fare la volontà di Dio Padre per la Sua gloria, per Suo amore e per amore dei fratelli, sperando e confidando sempre nella promessa di Gesù della salvezza.

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