domenica 27 febbraio 2011

Il Libro di Giobbe - Ventiquattresimo appuntamento

Torniamo a seguire i dialoghi tra Giobbe e i suoi amici con Il Libro di Giobbe: questa domenica leggiamo e meditiamo il ventiseiesimo capitolo che ci mostra l'Onnipotenza e la Sapienza del Creatore attraverso le sagge parole del protagonista di questo libro e cioè Giobbe:


26

1Giobbe rispose:
2Quanto aiuto hai dato al debole
e come hai soccorso il braccio senza forza!
3Quanti buoni consigli hai dato all'ignorante
e con quanta abbondanza hai manifestato la saggezza!
4A chi hai tu rivolto la parola
e qual è lo spirito che da te è uscito?
5I morti tremano sotto terra,
come pure le acque e i loro abitanti.
6Nuda è la tomba davanti a lui
e senza velo è l'abisso.
7Egli stende il settentrione sopra il vuoto,
tiene sospesa la terra sopra il nulla.
8Rinchiude le acque dentro le nubi,
e le nubi non si squarciano sotto il loro peso.
9Copre la vista del suo trono
stendendovi sopra la sua nube.
10Ha tracciato un cerchio sulle acque,
sino al confine tra la luce e le tenebre.
11Le colonne del cielo si scuotono,
sono prese da stupore alla sua minaccia.
12Con forza agita il mare
e con intelligenza doma Raab.
13Al suo soffio si rasserenano i cieli,
la sua mano trafigge il serpente tortuoso.
14Ecco, questi non sono che i margini delle sue opere;
quanto lieve è il sussurro che noi ne percepiamo!
Ma il tuono della sua potenza chi può comprenderlo?


COMMENTO

Veramente quanto aiuto il Signore ha dato al debole. Quando l'uomo alza il cuore al suo Dio e Creatore e chiede soccorso, non verrà meno l'aiuto del Padre. Confidare in Dio, credere che Egli ci ascolta e verrà in nostro aiuto; avere Fede. La Fede, importantissima e necessaria nel cammino di ogni uomo. Gesù nel Vangelo di Matteo ci dice: In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile (17,20). Il Signore ama i deboli e i miseri, in loro soccorso Egli viene e sostiene la causa del giusto. Agli umili manifesta la saggezza, agli ignoranti dispensa consigli. Giobbe sa questo tanto da esclamare le parole iniziali del cap. XXVI in risposta all'amico Bildad. Le parole che Giobbe fa seguire percorrono la linea tracciata dall'inno di Bildad e cioè quella dell'esaltazione del Creatore al quale nulla è impossibile, nulla Gli è difficile e niente gli riesce male. Al Suo soffio, dice Giobbe, si rasserenano i cieli, così come anche noi ci rassereniamo dinanzi alla Sua Parola. Quante volte nell'afflizione, aprendo la Bibbia o il Vangelo abbiamo trovato conforto nelle Parole di Dio? Questo perché nelle Sue Parole c'è vita; Io sono la Via, la Verità e la Vita (Gv 14,6), c'è Verità perché in esse conosciamo ciò che è, sono la via che ci conducono alla salvezza

Contemplare la potenza del Signore deve far parte dei nostri esercizi spirituali. Giobbe la contempla e in questa contemplazione prova meraviglia davanti alla grandezza di Dio attraverso le grandi cose da Lui create. Osservare l'immensità del cielo, i vasti confini degli oceani, scrutare le immense distanze tra una stella e l'altra, ci aiuta a conoscere a poco a poco, senza mai smettere, l'infinita grandezza del Creatore. Dio è infinito ed eterno e non basta l'eternità per conoscerLo. Beati voi che ora avete fame, dice il Signore, perché sarete saziati: Dio è cibo infinito dell'anima e mai l'anima morrà di fame; in Lui si sazierà in eterno poiché vi troverà sempre cibo. Già qui in terra abbiamo cominciato questo percorso: quando contempliamo il Signore sentiamo la nostra anima nutristi di un calore e una luce soave e questo percorso, se noi lo vogliamo, sarà eterno, e anzi al di là di questa vita, se avremo perseverato nelle vie dell'amore, vivremo gioie più grandi.

Domenica prossima leggeremo il prosieguo della risposta di Giobbe.

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