martedì 26 ottobre 2010

Qoèlet - Sesto appuntamento

Torna l'appuntamento settimanale con il Qoèlet giunto al sesto capitolo:

1Un altro male ho visto sotto il sole, che pesa molto sopra gli uomini. 2A uno Dio ha concesso beni, ricchezze, onori e non gli manca niente di quanto desidera; ma Dio non gli concede di poterne godere, perché è un estraneo che ne gode. Ciò è vanità e malanno grave!
3Se uno avesse cento figli e vivesse molti anni e molti fossero i suoi giorni, se egli non gode dei suoi beni e non ha neppure una tomba, allora io dico: meglio di lui l'aborto, 4perché questi viene invano e se ne va nella tenebra e il suo nome è coperto dalla tenebra. 5Non vide neppure il sole: non conobbe niente; eppure il suo riposo è maggiore di quello dell'altro. 6Se quello vivesse anche due volte mille anni, senza godere dei suoi beni, forse non dovranno andare tutt'e due nel medesimo luogo?
7Tutta la fatica dell'uomo è per la bocca e la sua brama non è mai sazia. 8Quale vantaggio ha il saggio sullo stolto? Quale il vantaggio del povero che sa comportarsi bene di fronte ai viventi?
9Meglio vedere con gli occhi, che vagare con il desiderio. Anche questo è vanità e un inseguire il vento. 10Ciò che è, già da tempo ha avuto un nome; e si sa che cos'è un uomo: egli non può competere con chi è più forte di lui. 11Le molte parole aumentano la delusione e quale vantaggio v'è per l'uomo? 12Chi sa quel che all'uomo convenga durante la vita, nei brevi giorni della sua vana esistenza che egli trascorre come un'ombra? Chi può indicare all'uomo cosa avverrà dopo di lui sotto il sole?

COMMENTO

Quello dell'aborto è solo un paragone, non va preso alla lettera poiché Dio ama tutti e l'aborto è un abominio agli occhi del Signore e non va mai praticato. Dicevamo, questo paragone serve a far comprendere quanto grave è la condizione dell'uomo quando muore e si perde nell'eternità. Anche Gesù riferendosi a Giuda Iscariota disse: "sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato", alludendo al tradimento ch'egli avrebbe compiuto ai danni del Maestro. Parlare troppo fa male, aumenta la delusione come ci dice la parte finale di questo brano. Fa male a chi le pronuncia, a chi le ascolta poiché nel troppo parlare si nasconde l'insidia. Il cuore ha bisogno di vivere nella preghiera e nella contemplazione e nella sottomissione del Signore poiché se il cuore parla troppo c'è il rischio che possa cadere  in balia delle passioni e da queste ai desideri, ai progetti malsani, alla brama di ricchezza, ma le ricchezze, quelle materiali, sono un'eterna delusione. Certo, le ricchezze di questa terra sono dono di Dio, ma la ricchezza intesa come sete di possesso conduce dritti alla dannazione. Occorre fare un buon uso delle ricchezze, saper utilizzarle così come Dio ce le ha date: per il nostro e altrui sostentamento, non di più. La Terra è di tutti e tutti ne possono beneficiare. Purtroppo la cattiva condotta dell'uomo ha fatto sì che solo alcuni possono accedere ai beni terreni: c'è chi può mangiare tanto fino all'ingozzamento e chi purtroppo non può permettersi nemmeno una scodella di riso. Non servono a nulla tutte quelle ricchezze all'uomo ricco, mentre distribuite equamente servirebbero a tantissimi uomini poveri. Può un uomo mangiarsi tre bistecche? Ne avrebbe fino alla nausea, mentre invece distribuire equamente permetterebbe di saziare altri due uomini. L'essere umano deve imparare a dar valore al suo prossimo. Il superfluo è un grave spreco: perché un uomo per la propria superbia e per il proprio egoismo deve precludere ad altri uomini come lui di saziarsi e vivere? Si diventa così pari agli assassini lasciando che gli altri muoiano di fame e di sete. Gesù disse: "A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più". Infatti se Dio affida ad un individuo tanti beni, si aspetta che quell'uomo li distribuisca equamente e quindi renda tantissimo frutto, non per sé ma per gli altri. Gesù infatti dice "a chi fu affidato molto", cioè a chi sono stati affidati tanti beni sarà richiesto al termine un conto più salato. I ricchi cosa sono se non uomini ai quali è stato affidato il compito di sfamare i poveri? Ma essi approfittano del loro bottino per ubriacarsi e per passare il tempo nei divertimenti lussuriosi e questi pagheranno un prezzo maggiore poiché a loro è stato affidato tanto ma non avranno nulla da dare indietro. Persino a Pilato Gesù disse: "Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto". Ad ogni uomo viene dato un potere dall'alto, ogni uomo deve sapere utilizzare questo potere per fare la volontà di Dio, non per saziare la propria cupidigia e avarizia. E qual'è la volontà di Dio? Amare e aiutare il prossimo poiché su questo si basa la Legge e i Profeti. Tutta la Legge del Signore si basa sull'amore che vuol dire amare gratuitamente gli altri: Non uccidere, non rubare, non desiderare la donna d'altri, cioè non fare e non desiderare tutto quello che può danneggiare il prossimo. Dobbiamo quindi amare i nostri fratelli e aiutarli in tutte le loro necessità perché solo così potremo meritarci un posto nel Regno di Dio, e allora sì che potremo dire: ne è valsa proprio la pena essere nati.

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