venerdì 21 gennaio 2011
Siracide - Diciassettesimo appuntamento
Torna l'appuntamento con il Siracide; oggi diamo uno sguardo al diciassettesimo capitolo che ci ricorda le nostre origini e i doni ricevuti dal Signore:
1Il Signore creò l'uomo dalla terra
e ad essa lo fa tornare di nuovo.
2Egli assegnò agli uomini giorni contati e un tempo fissato,
diede loro il dominio di quanto è sulla terra.
3Secondo la sua natura li rivestì di forza,
e a sua immagine li formò.
4Egli infuse in ogni essere vivente il timore dell'uomo,
perché l'uomo dominasse sulle bestie e sugli uccelli.
5Discernimento, lingua, occhi, orecchi e cuore
diede loro perché ragionassero.
6Li riempì di dottrina e d'intelligenza,
e indicò loro anche il bene e il male.
7Pose lo sguardo nei loro cuori
per mostrar loro la grandezza delle sue opere.
8Loderanno il suo santo nome
per narrare la grandezza delle sue opere.
9Inoltre pose davanti a loro la scienza
e diede loro in eredità la legge della vita.
10Stabilì con loro un'alleanza eterna
e fece loro conoscere i suoi decreti.
11I loro occhi contemplarono la grandezza della sua gloria,
i loro orecchi sentirono la magnificenza della sua voce.
12Disse loro: "Guardatevi da ogni ingiustizia!"
e diede a ciascuno precetti verso il prossimo.
13Le loro vie sono sempre davanti a lui,
non restano nascoste ai suoi occhi.
14Su ogni popolo mise un capo,
ma Israele è la porzione del Signore.
15Tutte le loro opere sono davanti a lui come il sole,
i suoi occhi osservano sempre la loro condotta.
16A lui non sono nascoste le loro ingiustizie,
tutti i loro peccati sono davanti al Signore.
17La beneficenza dell'uomo è per lui come un sigillo,
egli serberà la generosità come la propria pupilla.
18Alla fine si leverà e renderà loro la ricompensa,
riverserà su di loro il contraccambio.
19Ma a chi si pente egli offre il ritorno,
consola quanti vengono meno nella pazienza.
20Ritorna al Signore e cessa di peccare,
prega davanti a lui e cessa di offendere.
21Fa' ritorno all'Altissimo e volta le spalle all'ingiustizia;
detesta interamente l'iniquità.
22Negli inferi infatti chi loderà l'Altissimo,
al posto dei viventi e di quanti gli rendono lode?
23Da un morto, che non è più, la riconoscenza si perde,
chi è vivo e sano loda il Signore.
24Quanto è grande la misericordia del Signore,
il suo perdono per quanti si convertono a lui!
25L'uomo non può avere tutto,
poiché un figlio dell'uomo non è immortale.
26Che c'è di più luminoso del sole? Anch'esso scompare.
Così carne e sangue pensano al male.
27Esso sorveglia le schiere dell'alto cielo,
ma gli uomini sono tutti terra e cenere.
COMMENTO
Il diciassettesimo capitolo del Siracide ci ricorda il nostro destino, ma anche il dono ricevuto dell'immagine e somiglianza di Dio. Siamo stati infatti creati dalla terra e ad essa ritorneremo, siamo stati fatti a immagine e somiglianza di Dio da Egli stesso perché Egli ci ama e ci ritiene Suoi figli. Da un lato dunque l'ombra della morte che interroga e spaventa ogni uomo e dall'altra la speranza e la gioia di essere figli di Dio.
Noi uomini abbiamo ricevuto l'intelletto e la sapienza perché potessimo riconoscere il bene e il male e scegliere il bene, ma l'uomo ha cominciato ad abusare di questa libertà che Dio gli ha donato, cominciando a fare il male a calpestare i suoi fratelli, ad accumulare denaro insieme a peccato, ma l'uomo stolto riceverà in cambio secondo i suoi peccati.
La Misericordia di Dio è più grande della Sua Giustizia poiché infatti chi si pente dei propri peccati, Dio non lo giudicherà più ma gli concederà il perdono. Un uomo pentito dei suoi peccati che desidera cambiare vita, non si disperi, si affidi totalmente alla Divina Misericordia. Chi desidera il bene, farà il bene poiché Dio esaudirà il suo pio desiderio.
Conclude questo diciassettesimo capitolo con una frase all'apparenza dura: gli uomini sono tutti terra e cenere. Serve a farci ricordare la nostra fragile natura, soprattutto serve a ricordarlo ai superbi, agli esaltati che credono di poter fare ogni cosa. Sciagurato l'uomo che crede di essere superiore a Dio. Beati invece quanti si umilieranno davanti al Signore: riceveranno la ricompensa dei giusti e saranno da Lui esaltati.
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