mercoledì 19 gennaio 2011
Sapienza - Diciottesimo appuntamento
Si conclude questo mercoledì l'appuntamento settimanale con il Libro della Sapienza, un libro dal quale abbiamo potuto attingere, ringraziando il Signore, la sapienza utile per il nostro cammino di santità. Oggi leggiamo il diciannovesimo e ultimo capitolo di questo bellissimo libro sapienziale:
19
1Sugli empi si riversò sino alla fine
uno sdegno implacabile,
perché Dio prevedeva anche il loro futuro,
2che cioè, dopo aver loro permesso di andarsene
e averli fatti in fretta partire,
cambiato proposito, li avrebbero inseguiti.
3Mentre infatti erano ancora occupati nei lutti
e piangevano sulle tombe dei morti,
presero un'altra decisione insensata,
e inseguirono come fuggitivi
coloro che già avevan pregato di partire.
4Li spingeva a questo punto estremo un meritato destino,
che li gettò nell'oblio delle cose avvenute,
perché colmassero la punizione,
che ancora mancava ai loro tormenti,
5e mentre il tuo popolo intraprendeva un viaggio straordinario,
essi incorressero in una morte singolare.
6Tutta la creazione assumeva da capo,
nel suo genere, nuova forma,
obbedendo ai tuoi comandi,
perché i tuoi figli fossero preservati sani e salvi.
7Si vide la nube coprire d'ombra l'accampamento,
terra asciutta apparire dove prima c'era acqua,
una strada libera aprirsi nel Mar Rosso
e una verdeggiante pianura in luogo dei flutti violenti;
8per essa passò tutto il tuo popolo,
i protetti della tua mano,
spettatori di prodigi stupendi.
9Come cavalli alla pastura,
come agnelli esultanti,
cantavano inni a te, Signore, che li avevi liberati.
10Ricordavano ancora i fatti del loro esilio,
come la terra, invece di bestiame, produsse zanzare,
come il fiume, invece di pesci, riversò una massa di rane.
11Più tardi videro anche una nuova produzione di uccelli,
quando, spinti dall'appetito, chiesero cibi delicati;
12poiché, per appagarli, salirono dal mare le quaglie.
13Sui peccatori invece caddero i castighi
non senza segni premonitori di fulmini fragorosi;
essi soffrirono giustamente per la loro malvagità,
avendo nutrito un odio tanto profondo verso lo straniero.
14Altri non accolsero ospiti sconosciuti;
ma costoro ridussero schiavi ospiti benemeriti.
15Non solo: ci sarà per i primi un giudizio,
perché accolsero ostilmente dei forestieri;
16ma quelli, dopo averli festosamente accolti,
poi, quando già partecipavano ai loro diritti
li oppressero con lavori durissimi.
17Furono perciò colpiti da cecità,
come lo furono i primi alla porta del giusto,
quando avvolti fra tenebre fitte
ognuno cercava l'ingresso della propria porta.
18Difatti gli elementi scambiavano ordine fra loro,
come le note di un'arpa variano la specie del ritmo,
pur conservando sempre lo stesso tono.
E proprio questo si può dedurre
dalla attenta considerazione degli avvenimenti:
19animali terrestri divennero acquatici,
quelli che nuotavano passarono sulla terra.
20Il fuoco rafforzò nell'acqua la sua potenza
e l'acqua dimenticò la sua proprietà naturale di spegnere.
21Le fiamme non consumavano le carni
di animali gracili, che vi camminavano dentro,
né scioglievano quella specie di cibo celeste,
simile alla brina e così facile a fondersi.
22In tutti i modi, o Signore, hai magnificato
e reso glorioso il tuo popolo
e non l'hai trascurato
assistendolo in ogni tempo e in ogni luogo.
COMMENTO
Si conclude questo Libro ricordando la fuga dall'Egitto degli ebrei. Vediamo da un lato gli oppressori venire castigati dalla collera del Signore e da un lato i prodigi compiuti dalla Sua Destra per i giusti. Ed è proprio sull'esodo che oggi ci soffermiamo.
Dio aprì il Mar Rosso con grande potenza e gloria e vi lasciò passare il Suo popolo da lungo tempo esiliato in quella terra d'Egitto. Riflettiamo: quante volte il Signore ha aperto i "mar rossi" delle nostre vite e ci ha lasciato passare attraverso le difficoltà che hanno provato le nostre esistenze, conducendoci verso pianure verdeggianti e cioè verso stili di vita migliori? Abbiamo ringraziato il Signore per averci liberato da tante situazioni difficili e da tante schiavitù? O piuttosto dopo che il Signore ci ha redenti abbiamo fatto come quegli ebrei che han fatto di testa loro? Dobbiamo ringraziare il Signore ogni mattina quando ci alziamo dal letto e ogni sera quando andiamo a coricarci per averci liberato dalla schiavitù del peccato, per averci accompagnato durante la giornata, per averci dato il cibo, ma soprattutto per averci dato il Suo unigenito Figlio come nostro Signore e e pane di vita.
L'ultimo versetto che chiude il Libro della Sapienza dice:
In tutti i modi, o Signore, hai magnificato
e reso glorioso il tuo popolo
e non l'hai trascurato
assistendolo in ogni tempo e in ogni luogo. Noi cattolici siamo il popolo di Dio e continuiamo a confidare in Lui; siamo parte del Suo popolo e dunque ringraziamoLo per averci chiamati ad essere Suoi figli. Restiamo sempre a Lui fedeli ed Egli non ci abbandonerà.
Sia glorificato il Signore ora e sempre. Così sia.
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