lunedì 17 gennaio 2011
I Proverbi - Diciottesimo appuntamento
Torna l'appuntamento settimanale del lunedì con il Libro dei Proverbi;
18
1Chi si tiene appartato cerca pretesti
e con ogni mezzo attacca brighe.
2Lo stolto non ama la prudenza,
ma vuol solo far mostra dei suoi sentimenti.
3Con l'empietà viene il disprezzo,
con il disonore anche l'ignominia.
4Le parole della bocca dell'uomo sono acqua profonda,
la fonte della sapienza è un torrente che straripa.
5Non è bene usar riguardi all'empio
per far torto al giusto in un giudizio.
6Le labbra dello stolto provocano liti
e la sua bocca gli provoca percosse.
7La bocca dello stolto è la sua rovina
e le sue labbra sono un laccio per la sua vita.
8Le parole del calunniatore sono come ghiotti bocconi
che scendono in fondo alle viscere.
9Chi è indolente nel lavoro è fratello del dissipatore.
10Torre fortissima è il nome del Signore:
il giusto vi si rifugia ed è al sicuro.
11I beni del ricco sono la sua roccaforte,
come un'alta muraglia, a suo parere.
12Prima della caduta il cuore dell'uomo si esalta,
ma l'umiltà viene prima della gloria.
13Chi risponde prima di avere ascoltato
mostra stoltezza a propria confusione.
14Lo spirito dell'uomo lo sostiene nella malattia,
ma uno spirito afflitto chi lo solleverà?
15La mente intelligente acquista la scienza,
l'orecchio dei saggi ricerca il sapere.
16Il dono fa largo all'uomo
e lo introduce alla presenza dei grandi.
17Il primo a parlare in una lite sembra aver ragione,
ma viene il suo avversario e lo confuta.
18La sorte fa cessar le discussioni
e decide fra i potenti.
19Un fratello offeso è più irriducibile d'una roccaforte,
le liti sono come le sbarre di un castello.
20Con la bocca l'uomo sazia il suo stomaco,
egli si sazia con il prodotto delle labbra.
21Morte e vita sono in potere della lingua
e chi l'accarezza ne mangerà i frutti.
22Chi ha trovato una moglie ha trovato una fortuna,
ha ottenuto il favore del Signore.
23Il povero parla con suppliche,
il ricco risponde con durezza.
24Ci sono compagni che conducono alla rovina,
ma anche amici più affezionati di un fratello.
COMMENTO
La Sacra Scrittura di questo 18° capitolo del Libro dei Proverbi ci mette in guardia sulle conseguenze della stoltezza, quasi come a voler dirci: "Non ti conviene essere empio, ma impegnati per diventare giusto e troverai la salvezza". Soffermiamoci in particolare su dei versetti e meditiamoli.
Cominciamo con il 12° versetto nel quale abbiamo già letto:
Prima della caduta il cuore dell'uomo si esalta,
ma l'umiltà viene prima della gloria. La frase "l'umiltà viene prima della gloria" ci ricorda le parole di Gesù: "chi si umilia sarà esaltato" (Lc 14,11). L'umiltà è di fondamentale importanza: chi si esalta sarà umiliato, dice il Signore, dunque è necessario umiliarsi giorno dopo giorno fino a raggiungere quella sincera umiltà capace di sconfiggere l'orgoglio che preclude di amare i fratelli e di chiedere aiuto a Dio. Infatti chi umilia sé stesso sa amare gli altri e interessarsi ai loro bisogni, riconoscere la propria fragilità e si abbandona in Dio; il Signore ama chi fa così e lo esalta con grazie e benefici.
Il secondo versetto sul quale ci soffermiamo, il penultimo e 23°, ci dice: I
l povero parla con suppliche, il ricco risponde con durezza. Questo, quello del ricco, non è un comportamento cristiano. Non si può e non si deve rispondere con durezza a chi elemosina aiuti. Il Signore Gesù Cristo ci comanda: "Amerai il prossimo tuo come te stesso" (Mt 22,39). Se noi dunque non siamo capaci di aiutare chi è nel bisogno se possiamo permettercelo, come possiamo amare il nostro fratello? L'amore si manifesta in quei piccoli grandi gesti di Carità; donare, aiutare, essere servi del prossimo. Se noi voltiamo lo sguardo da un'altra parte mentre il povero ci chiede aiuto, siamo dei buoni cristiani? Magari tra quelli che vanno a Messa c'è chi impreca verso i mendicanti quando se lo trova davanti. Ma Gesù cosa ci dice durante la Messa con il Suo Sacrificio? Ci dice: Guardami, io offro la mia vita per te, anche tu devi offrire la tua vita per i tuoi fratelli. Lui, Dio che è l'Onnipotente è passato per la morte di croce per salvarci la vita. Noi invece piccoli e fragili uomini cosa facciamo? Ci crediamo importanti, potenti e non aiutiamo chi è nel bisogno? E allora ecco che è necessario umiliarsi come dicevamo poco sopra perché riconosciamo la nostra fragilità e la nostra impotenza e ci ricordiamo del ruolo al quale siamo chiamati: essere dono per gli altri. Gesù dice: "vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi" (Lc 18,22); il ricco se farà questo guadagnerà la vera gioia che non potrà mai ottenere con l'accumulo del denaro né con l'egoismo né con l'orgoglio né con la superbia perché questi sentimenti sono sentimenti di tenebra, di infelicità e morte.E il terzo e ultimo versetto sul quale soffermarci è proprio l'ultimo del capitolo 18, il versetto 24°: Ci sono compagni che conducono alla rovina, ma anche amici più affezionati di un fratello. E' importante soffermarsi sulla questione delle amicizie. Le cattive compagnie sono un ostacolo alla felicità perché queste non permettono di far giungere l'anima alla verità celeste, ma la imprigionano in mentalità mondane e perverse che nuocciono alla salute spirituale, dunque l'anima si sente insoddisfatta, triste e angosciata tanto da andare alla ricerca di stimoli malati credendo di trovare in essi la gioia, ma non la trova perché la vera gioia viene solo da Dio. Ci sono poi i buoni amici che ti aiutano a trovare la gioia indicandoti il giusto cammino, amici pronti a sostenerti nel dolore, amici pronti a farti notare i tuoi errori non per giudicarti o per farti sentire piccolo, ma per aiutarti a crescere nell'amore. La Bibbia, in particolare nel Siracide, ci parla proprio delle amicizie per aiutarci a non cadere in quelle cattive ma a saper riconoscere le vere amicizie perché un amico fedele è un balsamo di vita (Siracide 6,16).
Dopo aver meditato questi tre versetti, preme fare una precisazione: ho scelto questi tre versetti perché conveniva ai fini della riflessione su questioni spirituali quali l'umiltà, la carità e il saper scegliere le giuste amicizie, ma gli altri versetti non sono di meno, anzi conviene meditare ciascuno di questi.
In conclusione, proponiamo di uniformarci alla Volontà di Cristo e amiamo il Signore con tutte le nostre forze, con tutta la nostra anima, con tutta la nostra mente e se ameremo il Signore allora faremo tutto ciò che Gli è gradito ed eviteremo tutto ciò che Lo disgusta.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento