domenica 2 gennaio 2011
Il Libro di Giobbe - Sedicesimo appuntamento
Torna l'appuntamento con il Libro di Giobbe; riprendiamo la lettura dal capitolo 18 con le parole di Bildad il Suchita:
18
1Bildad il Suchita prese a dire:
2Quando porrai fine alle tue chiacchiere?
Rifletti bene e poi parleremo.
3Perché considerarci come bestie,
ci fai passare per bruti ai tuoi occhi?
4Tu che ti rodi l'anima nel tuo furore,
forse per causa tua sarà abbandonata la terra
e le rupi si staccheranno dal loro posto?
5Certamente la luce del malvagio si spegnerà
e più non brillerà la fiamma del suo focolare.
6La luce si offuscherà nella sua tenda
e la lucerna si estinguerà sopra di lui.
7Il suo energico passo s'accorcerà
e i suoi progetti lo faran precipitare,
8poiché incapperà in una rete con i suoi piedi
e sopra un tranello camminerà.
9Un laccio l'afferrerà per il calcagno,
un nodo scorsoio lo stringerà.
10Gli è nascosta per terra una fune
e gli è tesa una trappola sul sentiero.
11Lo spaventano da tutte le parti terrori
e lo inseguono alle calcagna.
12Diventerà carestia la sua opulenza
e la rovina è lì in piedi al suo fianco.
13Un malanno divorerà la sua pelle,
roderà le sue membra il primogenito della morte.
14Sarà tolto dalla tenda in cui fidava,
per essere trascinato al re dei terrori!
15Potresti abitare nella tenda che non è più sua;
sulla sua dimora si spargerà zolfo.
16Al di sotto, le sue radici si seccheranno,
sopra, saranno tagliati i suoi rami.
17Il suo ricordo sparirà dalla terra
e il suo nome più non si udrà per la contrada.
18Lo getteranno dalla luce nel buio
e dal mondo lo stermineranno.
19Non famiglia, non discendenza avrà nel suo popolo,
non superstiti nei luoghi della sua dimora.
20Della sua fine stupirà l'occidente
e l'oriente ne prenderà orrore.
21Ecco qual è la sorte dell'iniquo:
questa è la dimora di chi misconosce Dio.
COMMENTO
Il "battibecco" tra Giobbe e gli amici si protrae nell'incomprensione di quest'ultimi: certamente sono uomini di una certa cultura e saggezza gli amici di Giobbe, ma in questo caso mancano di un requisito fondamentale, la compassione che tutti gli uomini devono cercare di esercitare. In ogni caso dicono bene le parole di Bildad sulla sorte dell'iniquo; la luce del malvagio si spegnerà, dice, e più non brillerà la fiamma del suo focolare. Questa è una certezza, basti pensare ai tiranni del secolo scorso: Hitler, Stalin, Mussolini, ecc. Questi uomini finché hanno potuto hanno seminato le loro scelleratezze a scapito degli innocenti, ma il tempo è passato anche per loro ed è cessata la loro era di soppressioni, violenze e sangue, e su di loro ha trionfato Dio, Signore della storia e del tempo che dall'eternità scruta l'uomo piccolo del tempo il quale vive nell'illusione di un giorno eterno e nei suoi deliri di onnipotenza sottomette a sé uomini simili a lui; questi sono stati i fumi che hanno ingannato i tiranni: pensavano di poter dominare per sempre, senza dover rendere conto un giorno al Supremo Giudice per le loro azioni. Ancora oggi sulla terra ci sono dei tiranni, ma sono così ciechi e stolti da non rendersi conto che un giorno moriranno come i loro precedessori e dovranno rispondere all'Onnipotente per i loro delitti.
L'uomo se si sottomette al Signore, dal Signore sarà glorificato, ma se l'uomo si sostituisce a Dio come hanno fatto i tiranni del novecento, sarà pesantemente condannato per tutte le sue iniquità, perché chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.
Guardiamo agli umili, i santi; essi sono stati fedeli al Signore e a loro sono state affidate le nazioni, mentre coloro che prepotentemente e superbamente si sono sostituiti a Dio, non solo non dominano su nessuna nazione, ma dalle nazioni sono stati tolti e gettati nel carcere eterno di fuoco e fiamme. San Francesco d'Assisi ad esempio è patrono d' Italia, Hitler invece non è patrono di nessuna nazione; il primo infatti si è umiliato e da Cristo è stato innalzato, il secondo invece, si è innalzato e da Cristo è stato umiliato. Ecco perché fare i prepotenti nella vita non giova proprio a nulla. Al contrario l'umiltà e l'obbedienza sono garanzia di vita.
Chiediamo allo Spirito Santo di donarci la virtù dell'umiltà e dell'obbedienza perché possiamo diventare fedeli servi di Dio.
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