Le domande del Creatore rivolte a Giobbe sono domande rivolte all'uomo di ogni tempo che crede di aver raggiunto la perfezione, illudendosi e peggio ancora ingannandosi. La scienza dei giorni nostri ci permette certo di ottenere delle risposte ma è sempre e solo grazie a Dio se l'uomo è capace di fare delle scoperte poiché il dono della scienza viene dall'Altissimo. Inoltre quanto conosciamo oggi è nulla paragonato alle infinità di cose presenti nell'universo. Spesso si fa l'errore di dissociare le creature da Dio come se non avessero nulla a che fare con Lui. Lui le ha fatte e le conosce da prima che le creasse. Se volgiamo lo sguardo agli animali domestici, dovremmo contemplare che anch'essi sono creature uscite dalla Sapienza di Dio e se sono presenti su questa Terra è per volontà del Creatore. Intenerisce vedere il Creatore parlare della leonessa e dei suoi piccoli. Questo aspetto del Creatore ci fa contemplare la Sua provvidenza che guarda a ogni creatura. Dio certamente ama l'uomo più degli animali perché è la Sua creatura prediletta tanto da avergli dato delle capacità non presenti negli animali, ma ricordiamoci che Egli ama anche i piccoli animali presenti in natura e di questo possiamo trovare conferma nel vedere come a queste creature non manchi il cibo. Come vediamo la Provvidenza opera sopra tutta la Terra. Gesù nel Vangelo ci parla del Padre che provvede a dar da mangiare agli uccelli del cielo, a vestire l'erba del campo. Dice esattamente: "Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre" (Mt 6,26). "Eppure il Padre vostro celeste li nutre": Queste sono parole bellissime che mostrano la premura di Dio verso l'intero creato, quindi non solo verso noi uomini Sue creature predilette, ma anche verso tutte le altre creature presenti nel mondo. Al termine del capitolo il Creatore chiede a Giobbe: "Chi prepara al corvo il suo pasto, quando i suoi nati gridano verso Dio e vagano qua e là per mancanza di cibo?". E' lo stesso che dice Gesù. Il Padre nutre gli uccelli del cielo.
Il Creatore ad un certo punto dice a Giobbe: Certo, tu lo sai, perché allora eri nato e il numero dei tuoi giorni è assai grande! Sembra di vedere dell'ironia in queste parole. Questo è un altro aspetto del Creatore da contemplare: presso Dio c'è gioia, quella stessa gioia che si è manifestata nei santi. Il pensiero vola in questo momento a San Filippo Neri che la Chiesa Cattolica ha ricordato qualche giorno fa. San Filippo esortava all'allegria e lui stesso era una persona molto allegra. A volte noi cattolici abbiamo la cattiva abitudine di tenere il muso, sebbene questo sia del tutto normale per la nostra fragile natura, specie in momenti difficili della nostra esistenza, e anzi il Signore soffre assieme a noi in quei momenti. Dovremmo spesso volgere lo sguardo verso le cose semplici e belle della vita, cercare Dio anche attraverso un insetto, un fiore, un albero che muove le sue foglie al vento. Guardare al creato ci permette di contemplare l'armonia e la sensibilità con le quali il Creatore ha formato tutte le cose presenti. Un gattino che miagola, una formica che trascina una mollica di pane, un cane che scodinzola allegramente.. in queste ed altre scene della vita, contempliamo la tenerezza, la gioia del Creatore. Egli manifesta la Sua gioia, la Sua tenerezza ma anche la Sua maestà attraverso le opere. Un'artista esprime il suo carattere e i suoi sentimenti attraverso i quadri e così il Creatore ha fatto altrettanto con il creato. Un vulcano imponente appena racconta la maestà del Signore, un temporale la Sua potenza, una farfalla che volteggia nell'aria ne racconta appena la delicatezza, un topolino che corre in una viuzza e un pulcino di aquila che apre il suo becco raccontano appena la tenerezza del Signore. Quanti aspetti diversi nel creato che ci fanno contemplare il carattere e i sentimenti del Creatore. Dall'immensità delle stelle ad un piccolo ragno che tesse la sua ragnatela.
Certamente queste domande rivolte dal Signore a Giobbe sono una sorta di rimprovero. Al di là delle riflessioni che abbiamo fatto sul creato e sulla gioia presente senz'altro presso Dio, riflessioni che possiamo considerare a parte poiché abbiamo contemplato un altro aspetto che non ha molto a che fare con il senso della conversazione, il Creatore rimprovera Giobbe poiché questi ha detto cose senza conoscere Dio. Infatti verso la fine di questo libro vedremo cosa risponde Giobbe al Signore al termine della conversazione.
Nel prossimo capitolo vedremo il Signore continuare a porre domande a Giobbe.
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