domenica 15 maggio 2011

Il Libro di Giobbe - Trentaquattresimo appuntamento

Torna l'appuntamento domenicale con Il Libro di Giobbe; anche per questa domenica prosegue il discorso di Eliu rivolto a Giobbe:


36

1Eliu continuò a dire:
2Abbi un po' di pazienza e io te lo dimostrerò,
perché in difesa di Dio c'è altro da dire.
3Prenderò da lontano il mio sapere
e renderò giustizia al mio creatore,
4poiché non è certo menzogna il mio parlare:
un uomo di perfetta scienza è qui con te.
5Ecco, Dio è grande e non si ritratta,
egli è grande per fermezza di cuore.
6Non lascia vivere l'iniquo
e rende giustizia ai miseri.
7Non toglie gli occhi dai giusti,
li fa sedere sul trono con i re
e li esalta per sempre.
8Se talvolta essi sono avvinti in catene,
se sono stretti dai lacci dell'afflizione,
9fa loro conoscere le opere loro
e i loro falli, perché superbi;
10apre loro gli orecchi per la correzione
e ordina che si allontanino dalla iniquità.
11Se ascoltano e si sottomettono,
chiuderanno i loro giorni nel benessere
e i loro anni nelle delizie.
12Ma se non vorranno ascoltare,
di morte violenta periranno,
spireranno senza neppure saperlo.
13I perversi di cuore accumulano l'ira;
non invocano aiuto, quando Dio li avvince in catene:
14si spegne in gioventù la loro anima,
e la loro vita all'età dei dissoluti.
15Ma egli libera il povero con l'afflizione,
gli apre l'udito con la sventura.
16Anche te intende sottrarre dal morso dell'angustia:
avrai in cambio un luogo ampio, non ristretto
e la tua tavola sarà colma di vivande grasse.
17Ma se colmi la misura con giudizi da empio,
giudizio e condanna ti seguiranno.
18La collera non ti trasporti alla bestemmia,
l'abbondanza dell'espiazione non ti faccia fuorviare.
19Può forse farti uscire dall'angustia il tuo grido,
con tutti i tentativi di forza?
20Non sospirare quella notte,
in cui i popoli vanno al loro luogo.
21Bada di non volgerti all'iniquità,
poiché per questo sei stato provato dalla miseria.
22Ecco, Dio è sublime nella sua potenza;
chi come lui è temibile?
23Chi mai gli ha imposto il suo modo d'agire
o chi mai ha potuto dirgli: "Hai agito male?".
24Ricordati che devi esaltare la sua opera,
che altri uomini hanno cantato.
25Ogni uomo la contempla,
il mortale la mira da lontano.
26Ecco, Dio è così grande, che non lo comprendiamo:
il numero dei suoi anni è incalcolabile.
27Egli attrae in alto le gocce dell'acqua
e scioglie in pioggia i suoi vapori,
28che le nubi riversano
e grondano sull'uomo in grande quantità.
31In tal modo sostenta i popoli
e offre alimento in abbondanza.
29Chi inoltre può comprendere la distesa delle nubi,
i fragori della sua dimora?
30Ecco, espande sopra di esso il suo vapore
e copre le profondità del mare.
32Arma le mani di folgori
e le scaglia contro il bersaglio.
33Lo annunzia il suo fragore,
riserva d'ira contro l'iniquità.


COMMENTO

Il parlare di Eliu nel capitolo di oggi esalta la grandezza di Dio ma non solo: mostra la Sua grande Misericordia perché parla della via della correzione: quando Dio pone l'uomo nella sofferenza lo fa per aprirgli le orecchie. Eliu usa l'espressione: "gli apre l'udito con la sventura". E' stato così anche per i santi: pensiamo a San Francesco che prima della conversione è stato in prigione, si è ammalato. Pensiamo a San Paolo che è stato tre giorni senza vedere. E pensiamo ancora al novello Beato Giovanni Paolo II che prima di diventare sacerdote ha vissuto molti drammi nella sua vita. Eliu dice a Giobbe: "La collera non ti trasporti alla bestemmia" e "l'abbondanza dell'espiazione non ti faccia fuorviare". Questi sono consigli che dobbiamo sentire rivolti a ciascuno di noi quando ci troviamo nella sofferenza: accogliamola non come un castigo o una condanna, ma come un paterno richiamo del Padre alla correzione, ad una maggiore crescita interiore. Infatti Dio per quanto possa metterci alcune volte in condizioni difficili, ricordiamoci che Egli è sempre un Padre e un padre sappiamo che ricorre a metodi a volte duri pur di insegnare l'educazione ai figli e questo per il loro bene. Oggi Dio mi fa soffrire perché domani io possa essere migliore di oggi. La sofferenza ci fa crescere nella fede, nell'amore e nel rapporto con Dio qualora sappiamo sfruttare l'occasione. Ma se iniziassimo a lamentarci e a prendercela col Creatore, sarebbe un'occasione sprecata. La sofferenza ben vissuta invece, non solo ci fa pregustare in un certo modo il Paradiso, ma ci aiuterà a crescere e a sentire quel rapporto filiale con il Padre. Allora ascoltiamo i consigli di Eliu rivolti a Giobbe e facciamo della prova, palestra di spiritualità.

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