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venerdì 11 marzo 2011
Siracide - Ventiquattresimo appuntamento
Prosegue l'appuntamento del venerdì con il Siracide, giunto quest'oggi al ventiquattresimo capitolo incentrato totalmente sulla Sapienza:
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1La sapienza loda se stessa,
si vanta in mezzo al suo popolo.
2Nell'assemblea dell'Altissimo apre la bocca,
si glorifica davanti alla sua potenza:
3"Io sono uscita dalla bocca dell'Altissimo
e ho ricoperto come nube la terra.
4Ho posto la mia dimora lassù,
il mio trono era su una colonna di nubi.
5Il giro del cielo da sola ho percorso,
ho passeggiato nelle profondità degli abissi.
6Sulle onde del mare e su tutta la terra,
su ogni popolo e nazione ho preso dominio.
7Fra tutti questi cercai un luogo di riposo,
in quale possedimento stabilirmi.
8Allora il creatore dell'universo mi diede un ordine,
il mio creatore mi fece posare la tenda
e mi disse: Fissa la tenda in Giacobbe
e prendi in eredità Israele.
9Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi creò;
per tutta l'eternità non verrò meno.
10Ho officiato nella tenda santa davanti a lui,
e così mi sono stabilita in Sion.
11Nella città amata mi ha fatto abitare;
in Gerusalemme è il mio potere.
12Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore, sua eredità.
13Sono cresciuta come un cedro sul Libano,
come un cipresso sui monti dell'Ermon.
14Sono cresciuta come una palma in Engaddi,
come le piante di rose in Gerico,
come un ulivo maestoso nella pianura;
sono cresciuta come un platano.
15Come cinnamòmo e balsamo ho diffuso profumo;
come mirra scelta ho sparso buon odore;
come gàlbano, ònice e storàce,
come nuvola di incenso nella tenda.
16Come un terebinto ho esteso i rami
e i miei rami son rami di maestà e di bellezza.
17Io come una vite ho prodotto germogli graziosi
e i miei fiori, frutti di gloria e ricchezza.
18Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate,
e saziatevi dei miei prodotti.
19Poiché il ricordo di me è più dolce del miele,
il possedermi è più dolce del favo di miele.
20Quanti si nutrono di me avranno ancora fame
e quanti bevono di me, avranno ancora sete.
21Chi mi obbedisce non si vergognerà,
chi compie le mie opere non peccherà".
22Tutto questo è il libro dell'alleanza del Dio altissimo,
la legge che ci ha imposto Mosè,
l'eredità delle assemblee di Giacobbe.
23Essa trabocca di sapienza come il Pison
e come il Tigri nella stagione dei frutti nuovi;
24fa traboccare l'intelligenza come l'Eufrate
e come il Giordano nei giorni della mietitura;
25espande la dottrina come il Nilo,
come il Ghicon nei giorni della vendemmia.
26Il primo non ne esaurisce la conoscenza
né l'ultimo la può pienamente indagare.
27Il suo pensiero infatti è più vasto del mare
e il suo consiglio più del grande abisso.
28Io sono come un canale derivante da un fiume
e come un corso d'acqua sono uscita verso un giardino.
29Ho detto: "Innaffierò il mio giardino
e irrigherò la mia aiuola".
Ed ecco il mio canale è diventato un fiume,
il mio fiume è diventato un mare.
30Farò ancora splendere la mia dottrina come l'aurora;
la farò brillare molto lontano.
31Riverserò ancora l'insegnamento come una profezia,
lo lascerò per le generazioni future.
32Vedete, non ho lavorato solo per me,
ma per quanti cercano la dottrina.
COMMENTO
Tutto quanto si riferisce alla Sapienza in questo capitolo, sembra riferirsi alla persona di Gesù Cristo, Sapienza di Dio. Infatti chi obbedisce a Gesù, non si vergogna, non pecca. Se rileggiamo questo brano e lo accostiamo alla vita di Gesù Cristo, vediamo come tutto combacia perfettamente. Leggendo il versetto 29 fino al 30, si vede chiaramente davanti all'occhio della nostra mente il riferimento alla dottrina cristiana: Gesù ha irrigato il giardino di Israele e quel canale è diventato un fiume e quel fiume un mare: la dottrina cristiana è iniziata con Cristo ed è andata a crescere sempre di più nel corso dei secoli. Ma ancora prima si legge nel versetto 19 e 20, riferimenti alla Santa Eucarestia e anche al dolce pensare al Signore. Infatti non ci si stanca mai di pensarLo, anzi più Lo pensiamo e più Lo amiamo e il pensiero di Lui è dolce, più del miele. Mentre il Sacramento dell'Eucarestia è la mensa alla quale ci chiama Gesù e quando mangiamo alla cena eucaristica si è saziati, ma poi torna di nuovo la fame di Gesù, ma puntualmente siamo saziati e così via. Si ha sempre fame e sete di Dio e si è sempre saziati da Lui.
Invito ciascuno di voi a rileggere questo capitolo, come già detto accostandolo alla figura e vita di Gesù Cristo: si capiranno tante cose e sarà anche una buona occasione per contemplare la Divinità e la Maestà di Gesù Cristo, Figlio di Dio e come il Padre, Dio vivente.
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