Come ogni lunedì torna l'appuntamento con Il Libro dei Proverbi che prosegue con il Cap. XXVIII, uno degli ultimi capitoli di questo bel libro sapienziale, per la precisione il quartultimo:
28
1L'empio fugge anche se nessuno lo insegue,
mentre il giusto è sicuro come un giovane leone.
2Per i delitti di un paese molti sono i suoi tiranni,
ma con un uomo intelligente e saggio l'ordine si mantiene.
3Un uomo empio che opprime i miseri
è una pioggia torrenziale che non porta pane.
4Quelli che violano la legge lodano l'empio,
ma quanti osservano la legge gli muovono guerra.
5I malvagi non comprendono la giustizia,
ma quelli che cercano il Signore comprendono tutto.
6Meglio un povero dalla condotta integra
che uno dai costumi perversi, anche se ricco.
7Chi osserva la legge è un figlio intelligente,
chi frequenta i crapuloni disonora suo padre.
8Chi accresce il patrimonio con l'usura e l'interesse,
lo accumula per chi ha pietà dei miseri.
9Chi volge altrove l'orecchio per non ascoltare la legge,
anche la sua preghiera è in abominio.
10Chi fa traviare gli uomini retti per una cattiva strada,
cadrà egli stesso nella fossa,
mentre gli integri possederanno fortune.
11Il ricco si crede saggio,
ma il povero intelligente lo scruta bene.
12Grande è la gioia quando trionfano i giusti,
ma se prevalgono gli empi ognuno si nasconde.
13Chi nasconde le proprie colpe non avrà successo;
chi le confessa e cessa di farle troverà indulgenza.
14Beato l'uomo che teme sempre,
chi indurisce il cuore cadrà nel male.
15Leone ruggente e orso affamato,
tale è il malvagio che domina su un popolo povero.
16Un principe privo di senno moltiplica le vessazioni,
ma chi odia la rapina prolungherà i suoi giorni.
17Un uomo perseguitato per omicidio
fuggirà fino alla tomba: nessuno lo soccorre.
18Chi procede con rettitudine sarà salvato,
chi va per vie tortuose cadrà ad un tratto.
19Chi lavora la sua terra si sazierà di pane,
chi insegue chimere si sazierà di miseria.
20L'uomo leale sarà colmo di benedizioni,
chi si arricchisce in fretta non sarà esente da colpa.
21Non è bene essere parziali,
per un pezzo di pane si pecca.
22L'uomo dall'occhio cupido è impaziente di arricchire
e non pensa che gli piomberà addosso la miseria.
23Chi corregge un altro troverà in fine più favore
di chi ha una lingua adulatrice.
24Chi deruba il padre o la madre e dice: "Non è peccato",
è compagno dell'assassino.
25L'uomo avido suscita litigi,
ma chi confida nel Signore avrà successo.
26Chi confida nel suo senno è uno stolto,
chi si comporta con saggezza sarà salvato.
27Per chi dà al povero non c'è indigenza,
ma chi chiude gli occhi avrà grandi maledizioni.
28Se prevalgono gli empi, tutti si nascondono,
se essi periscono, sono potenti i giusti.
COMMENTO
La minima colpa commessa fa tremare quanti l'hanno eseguita. Infatti l'uomo quando dice bugie dentro di sé ha inquietudine e inoltre la sua vita sarà piena di fraudolenze che non rimarranno nascoste a lungo e dovrà dar conto di ogni sua iniquità. I governanti per quanti possano essere numerosi, se sono iniqui non faranno mai nulla di buono e concreto per il loro paese, invece la saggezza è così grande che se abita anche in un solo uomo, quell'uomo sarà capace di portare avanti un'intera popolazione. Non è dunque la quantità ma la qualità che rende l'azione dell'uomo fruttuosa. La ricchezza materiale non potrà mai salvare l'uomo né renderlo saggio, almeno che l'uomo non fa di questa ricchezza uno strumento di sostegno per il prossimo. Ma la ricchezza materiale in sé non ha nessuna ricchezza poiché stiamo trattando di materia e la materia non ha nessuna proprietà se non materiale e la materialità non ha nessuna sostanza che arricchisce l'anima, poiché l'anima essendo fatta di spirito ha bisogno di altrettante cose spirituali per poter fortificarsi e vivere. La materia è come il fuoco e lo spirito come l'acqua: non possiamo bere il fuoco, altrimenti moriremo, allora abbiamo bisogno di acqua. Così l'anima ha bisogno di cose spirituali per vivere, non di materia. Per quanto un uomo possieda numerose campagne e abitazioni, aziende e rifugi, non possiede nulla di spirito se non ha Dio, e allora quell'uomo è veramente povero poiché l'anima e cioè l'essenza della vita dell'uomo, degraderà e l'uomo compie cose insensate. Non a caso la maggior parte dei ricchi è gente superficiale che fa cose terribili, come assunzioni di droghe e alcolici, festini abominevoli, cose contro natura che rende l'uomo indegno, possiamo dire che persino i cani sono più rispettati di coloro che fanno cose disgustose. Mentre il povero che confida nel Signore ha la vera ricchezza: la sapienza, la fede che permettono all'uomo di godere della presenza di Dio nella sua vita e di ricevere dalle mani del Signore le ricchezze di spirito che sono la sanità di mente, l'amore, l'umiltà e tutte quelle virtù che rendono l'uomo veramente ricco e quindi gioioso. Se guardiamo infatti un uomo pieno di soldi, vediamo che sul suo volto c'è sempre quel ghigno e quell'aria di insoddisfazione. Apparentemente il suo sorriso sembra mostrare che quell'uomo sia soddisfatto della sua vita, ma poi vediamo che le sue espressioni sono tirate e condizionate. Invece prendiamo come esempio Madre Teresa di Calcutta che nonostante la sua povertà aveva un sorriso autentico che lasciava traspirare l'autentica gioia che era nel suo cuore. I ricchi come mai sono sempre arrabbiati? Come mai ce l'hanno con il mondo? Perché non hanno la vera gioia nel cuore e quindi la vera ricchezza. Un povero che serve il Signore invece non è mai arrabbiato con il mondo, perché? La risposta è più che ovvia: perché ha la vera gioia nel cuore e la vera gioia nel cuore deriva dalla presenza di Dio nell'anima sua e poiché Dio è la ricchezza più grande per un uomo, quell'uomo sarà sempre soddisfatto e gioioso della vita, pur nonostante i limiti economici o fisici. E quindi molto meglio un povero saggio che un ricco stolto. Chi cerca il Signore comprende tutto e cioè chi guarda alla Luce di Cristo che è Sole di Sapienza che illumina, vede quanto gli è attorno e comprende poiché i raggi della Sapienza penetrano nella mente e spalancano la comprensione delle cose. Un uomo ricco e stolto non ha in sé la sapienza, ha una mente chiusa, limitata, non riesce ad andare oltre a quel che vede, conosce solo quanto ha intorno ed è esperto sulle cose che lo circondano. Un servo di Dio povero materialmente ma ricco spiritualmente possiede quei lumi che gli permettono di andare oltre la materia, oltre i condizionamenti del mondo. Pertanto se mettessimo a confronto un ricco stolto e un povero saggio, quest'ultimo sarebbe in grado di vedere le iniquità che sono nel cuore del ricco, mentre il ricco stolto non sarebbe capace nemmeno con ogni sforzo di rendersi conto dei pensieri del povero saggio. Un esempio ci viene dal mondo dello spettacolo, da quella tipologia di donna che decora la sua persona di accessori e vestiti dell'ultima moda. In questo tipo di donna abbiamo visto una conoscenza che si limita a cose davvero inutili e insignificanti. Al contrario le donne povere come la Beata Teresa di Calcutta che abbiamo poco sopra citato, possiedono una sapienza enorme e questo è possibile perché la Sapienza è Dio e l'uomo che rivolge il suo cuore a Lui viene riempito da questa Sapienza. La Sapienza è Amore, Sofferenza, Soccorso e quanti si prodigano per aiutare il prossimo, ottengono i lumi della ragione, ottengono una mente illuminata e aperta alla visione della Verità. Perché ad un certo punto questo capitolo dei Proverbi dice che la preghiera di chi volge l'orecchio altrove per non ascoltare la legge del Signore, è una preghiera abominevole? Semplice: chi fa una vita tremenda, vale a dire piena di peccati e non vuole ascoltare la Parola di Dio, quando questa persona si mette a pregare per chiedere una cosa per sé, quella preghiera non viene esaudita, perché Dio giustamente si sente preso in giro perché è realmente preso in giro da quelle persone che di Dio non vogliono sapere nulla però poi pretendono di ottenere favori. Ma chi confesserà i suoi peccati e non li commetterà più, troverà il perdono, troverà l'ascolto di Dio ai suoi lamenti, alle sue necessità, mentre chi tiene nascoste le sue colpe, non troverà mai soccorso nelle sue miserie. Il versetto 15 e 16 di questo capitolo ventotto, trova conferma nella situazione libica. Chi è privo di senno fa cose inaudite e terribili, quindi il "governatore" (si fa per dire) libico è un uomo privo di senno perché fa ammazzare uomini innocenti per mantenere il suo potere. L'insanità spirituale rende l'uomo malvagio. Cos'è che rende insano l'uomo? La lontananza da Dio. Qualcuno potrebbe replicare dicendo che il colonnello libico crede in Dio e nonostante questo continua a commettere violenze. E noi risponderemmo a questo "qualcuno" dicendo che non è sufficiente credere in Dio se poi non Lo si conosce e non Lo si ascolta. Infatti i mussulmani credono sì in Dio ma non lo conoscono perché Maometto ha impedito loro di conoscerlo. Infatti loro sanno che Dio esiste ma non sanno come Egli è realmente, non sanno che è un Dio di Amore e di Misericordia, non sanno che Egli si è rivelato nel mondo intero nella persona di Gesù Cristo. Quindi loro soltanto sanno che Dio esiste, ma non Lo conoscono e non Lo ascoltano perché Dio è Gesù e loro Gesù lo rifiutano e se non ascoltano Gesù che è Dio e Figlio di Dio, chi ascoltano? Ascoltano un uomo, Maometto che ha fatto una grande confusione inventando dottrine sue e mischiandole con altre dottrine, proponendo questo impasto di dottrine confuse. Ancora oggi questo falso profeta impedisce di conoscere ai mussulmani il vero Dio perché minaccia la morte a chi abbandona questa falsa dottrina, invece questi uomini non morirebbero affatto, anzi vivrebbero perché conoscerebbero il vero Dio che darebbe loro la vera vita. Quindi Gheddafi sa che Dio esiste ma non Lo conosce e non Lo ascolta e quindi ecco che uccide. Soltanto chi crede in Dio e Lo conosce e Lo ascolta può fare il bene. Solo chi fa il bene, riceve bene. Chi è povero riceve grande abbondanza, ma chi è ricco stolto perderà tutti i suoi averi e tutti i suoi sforzi fatti in questa vita saranno stati inutili poiché non avrà fatto nulla per salvarsi. Cosa è necessario per salvarsi dunque? Credere in Gesù Cristo poiché questa è la Volontà del Padre; Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno (Gv 6,40). Se un uomo non crede in Gesù Cristo, non fa la volontà del Padre e non ascolta il Padre poiché Egli ci parla attraverso il Figlio. E un uomo che non ascolta il Figlio, non ascolta il Padre e non facendo la Volontà del Padre che consiste nell'amarci gli uni gli altri, l'uomo è capace soltanto di distruggere. Proprio per questi motivi ci sono persone che uccidono anche per pochi spiccioli, talmente è enorme la loro ignoranza. Invece chi vede Gesù Cristo e crede in Lui e quindi Lo ascolta e Lo segue, preferisce piuttosto morire anziché far un solo sgarbo ad un uomo, questo perché riceve la sapienza da Gesù e cioè la conoscenza del bene e dei benefici che ne derivano dal praticarlo. Meglio rimproverare piuttosto che adulare. Infatti chi rimprovera può correggere una persona e quella persona una volta resosi conto del beneficio derivato da quella correzione, benedice quell'uomo, lo stima, inoltre chi corregge viene benedetto da Dio. Al contrario chi fa complimenti pur nonostante vede i difetti degli altri, fa solo un male. Crede che così facendo riceverà premi in cambio da quella persona, ma non otterrà proprio nulla. L'essere ruffiani non ha mai fatto bene a nessuno e mai farà bene. Dietro alla lode ad un ricco si nasconde l'interesse, il desiderio di beneficiare delle sue ricchezze, ma non stringerà nulla e resterà sempre nella propria miseria. Al contrario chi rimprovera, non lo fa per ottenere cose in cambio, ma solo per il bene di quella persona perché possa trovare il vero bene. Chi si spoglia per dare al prossimo, non è mai povero, ma si arricchisce di una ricchezza che non è di questa terra. Nella povertà, nel sacrificio, nella carità c'è la chiave che apre le porte della gioia. Lo sanno bene Francesco d'Assisi, Vincenzo de' Paoli, Pio da Pietrelcina, Madre Teresa di Calcutta, questi uomini che sono oggi Santi al cospetto di Dio e che stanno in questo momento e per sempre, godendo della gioia di stare davanti al Signore che è la più grande ricchezza!
Solo chi confida nel Signore troverà la vera gioia.