sabato 17 settembre 2011

Il Sabato dei Salmi - Salmo 70 - Grido di angoscia

Salmo 70 
  
[1]Al maestro del coro. Di Davide. In memoria.

[2]Vieni a salvarmi, o Dio,
vieni presto, Signore, in mio aiuto.
[3]Siano confusi e arrossiscano
quanti attentano alla mia vita.
Retrocedano e siano svergognati
quanti vogliono la mia rovina.
[4]Per la vergogna si volgano indietro
quelli che mi deridono.
[5]Gioia e allegrezza grande
per quelli che ti cercano;
dicano sempre: «Dio è grande»
quelli che amano la tua salvezza.
[6]Ma io sono povero e infelice,
vieni presto, mio Dio;
tu sei mio aiuto e mio salvatore;
Signore, non tardare.

Commento del compianto Padre Lino Pedron - www.padrelinopedron.it 

Dio è il vero liberatore e il vero aiuto del fedele, del povero. Dio è l’avvocato difensore degli indifesi, di chi si apre totalmente a Dio perché non ha appoggi nella potenza dell’economia, della politica e della forza. Il salmo termina con l’implorazione: "Signore, non tardare!" I poveri sanno che all’orizzonte della storia apparirà il Salvatore. Nascerà, allora, la gioia pura. Scrive Nicolas Cabasilas (nato a Tessalonica nel 1322): "Chi vive in Dio lo ama al di sopra di tutte le cose e gode della gioia che consegue a un tale amore... Lascia se stesso per andare a Dio con tutta la sua volontà, dimentica la sua povertà che riguarda come qualcosa di estraneo e di fortuito, per aprirsi alla ricchezza divina che considera come un possesso proprio; non si considera sfortunato per la sua povertà, ma in Dio si riconosce ricco e beato. Infatti la potenza dell’amore fa sì che gli amanti sappiano far propri i beni degli amati".
Questo salmo è identico ai vv. 14-18 del Sal 40.

Commento dei padri della Chiesa

v. 2 "A nome di tutti gli uomini chiede a Dio che disperda i nemici e gioiscano quanti amano il suo Salvatore" (Atanasio).

"Il verbo incarnato chiede l’aiuto del Padre" (Girolamo).

"Canto di uomini nella prova, ma che si affidano al loro capo" (Agostino).

v. 3 "I martiri imitano il loro Maestro e chiedono la conversione dei loro aguzzini" (Cassiodoro).

"Mi cercano per farmi deviare nella malizia e nell’ignoranza. Siano messi in fuga vedendo la mia penitenza" (Origene).

v. 4 "Colui che hanno giudicato come un uomo, lo vedranno giudicare come Dio" (Girolamo).

"Gli uomini hanno l’abitudine di dire bene quando ottengono qualcosa che a loro piace. Quando cadiamo nel peccato, i demoni dicono la stessa cosa e si beffano di noi" (Cirillo di Alessandria).

v. 5 "La vera gioia è solo in Dio" (Cassiodoro).

«Quando diciamo: "Dio è grande", siamo noi che cresciamo» (Cassiodoro).

v. 6 «La schiera dei martiri che imita il Maestro fa sue anche le parole "Io sono povero e infelice". Sono sempre troppo poveri della grazia di Dio: desiderano continuamente acquistare questa grazia e ne sono avidi. L’invocazione: "Signore, non tardare!" vuol dire che quando ci si trova in un grande pericolo, il soccorso sembra sempre troppo lento, anche se ci viene dato con sollecitudine» (Cassiodoro).

"Il Signore Gesù Cristo si affretta a liberare in sé l’infermità della carne, con una immediata risurrezione" (Ilario).

«Tenete sempre presente alla vostra memoria questa preghiera: "O Dio, vieni a salvarmi, Signore vieni presto in mio aiuto". Non per nulla questo versetto è stato messo in particolare rilievo (per dare inizio all’ufficio divino) rispetto a tutta la Scrittura. Accoglie in sé tutte le disposizioni dell’animo umano, conviene a tutte le situazioni e a tutte le circostanze. È un grido a Dio da qualunque situazione dolorosa in cui ci si possa trovare: esprime l’umiltà di una confessione filiale, la vigilanza di un sacro e costante timore, la considerazione della propria fragilità personale, la fiducia di essere esaudito, la convinzione di un aiuto sempre presente. Ha l’ardore dell’amore e della carità, la visione chiara delle insidie del nemico. Questo versetto è una fortezza inespugnabile contro tutti gli attacchi dei demoni. Nell’accidia, nell’ansietà e nella tristezza non ci lascia disperare della salvezza: ci mostra che Dio non perde di vista la nostra lotta e non si allontana da coloro che lo supplicano. Nella gioia e nell’allegrezza, invece, ci dice di non gonfiarci perché, senza l’aiuto di Dio, siamo incapaci di custodire un solo istante la situazione felice in cui ci troviamo» (Cassiano).

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