domenica 19 giugno 2011

Il Libro di Giobbe - Trentanovesimo appuntamento

Proseguiamo come ogni domenica la lettura del Libro di Giobbe. Siamo giunti al penultimo capitolo di questo libro sapienziale che si appresta alla conclusione. Oggi come anticipato la scorsa settimana, vedremo parlare interamente del leggendario mostro marino biblico, il Leviatan. Sarà il Creatore a parlare della sua creatura più grande in termini di fisicità e di forza sulla terra. Al termine di questo capitolo mediteremo assieme come consueto:


41

1Ecco, la tua speranza è fallita,
al solo vederlo uno stramazza.
2Nessuno è tanto audace da osare eccitarlo
e chi mai potrà star saldo di fronte a lui?
3Chi mai lo ha assalito e si è salvato?
Nessuno sotto tutto il cielo.
4Non tacerò la forza delle sue membra:
in fatto di forza non ha pari.
5Chi gli ha mai aperto sul davanti il manto di pelle
e nella sua doppia corazza chi può penetrare?
6Le porte della sua bocca chi mai ha aperto?
Intorno ai suoi denti è il terrore!
7Il suo dorso è a lamine di scudi,
saldate con stretto suggello;
8l'una con l'altra si toccano,
sì che aria fra di esse non passa:
9ognuna aderisce alla vicina,
sono compatte e non possono separarsi.
10Il suo starnuto irradia luce
e i suoi occhi sono come le palpebre dell'aurora.
11Dalla sua bocca partono vampate,
sprizzano scintille di fuoco.
12Dalle sue narici esce fumo
come da caldaia, che bolle sul fuoco.
13Il suo fiato incendia carboni
e dalla bocca gli escono fiamme.
14Nel suo collo risiede la forza
e innanzi a lui corre la paura.
15Le giogaie della sua carne son ben compatte,
sono ben salde su di lui, non si muovono.
16Il suo cuore è duro come pietra,
duro come la pietra inferiore della macina.
17Quando si alza, si spaventano i forti
e per il terrore restano smarriti.
18La spada che lo raggiunge non vi si infigge,
né lancia, né freccia né giavellotto;
19stima il ferro come paglia,
il bronzo come legno tarlato.
20Non lo mette in fuga la freccia,
in pula si cambian per lui le pietre della fionda.
21Come stoppia stima una mazza
e si fa beffe del vibrare dell'asta.
22Al disotto ha cocci acuti
e striscia come erpice sul molle terreno.
23Fa ribollire come pentola il gorgo,
fa del mare come un vaso da unguenti.
24Dietro a sé produce una bianca scia
e l'abisso appare canuto.
25Nessuno sulla terra è pari a lui,
fatto per non aver paura.
26Lo teme ogni essere più altero;
egli è il re su tutte le fiere più superbe.


COMMENTO

Il Signore parla di questo mostro marino qual è il Leviatano. I motivi per i quali il Signore ne parli a Giobbe, possono essere molteplici: manifestare la Sua immensa Sapienza, mostrare a Giobbe la sua piccolezza, ma soprattutto esaltare la Sua Onnipotenza, soprattutto alla luce delle parole di Giobbe che leggeremo nell'ultimo capitolo la settimana prossima. Dio parla della forza del Leviatano per far intendere a Giobbe che soltanto a Lui è possibile domare o distruggere una creatura tanto potente per manifestargli che nulla è impossibile a Dio (Lc 1,37).

Diamo appuntamento a domenica prossima per il capitolo conclusivo di questo bellissimo libro sapienziale. Vedremo come si comporterà Giobbe davanti all'Onnipotenza del Creatore, quale sarà la reazione del Signore e come si concluderà la vita di Giobbe. Alla prossima domenica!

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