sabato 9 aprile 2011

Il Sabato dei Salmi - Salmo 49 (48) - Le ricchezze sono un nulla

49 (48)

Le ricchezze sono un nulla 
[1]Al maestro del coro. Dei figli di Core.Salmo. 

[2]Ascoltate, popoli tutti,
porgete orecchio abitanti del mondo,
[3]voi nobili e gente del popolo,
ricchi e poveri insieme.
[4]La mia bocca esprime sapienza,
il mio cuore medita saggezza;
[5]porgerò l'orecchio a un proverbio,
spiegherò il mio enigma sulla cetra. 

[6]Perché temere nei giorni tristi,
quando mi circonda la malizia dei perversi?
[7]Essi confidano nella loro forza,
si vantano della loro grande ricchezza. 

[8]Nessuno può riscattare se stesso,
o dare a Dio il suo prezzo.
[9]Per quanto si paghi il riscatto di una vita,
non potrà mai bastare
[10]per vivere senza fine,
e non vedere la tomba.
[11]Vedrà morire i sapienti;
lo stolto e l'insensato periranno insieme
e lasceranno ad altri le loro ricchezze. 

[12]Il sepolcro sarà loro casa per sempre,
loro dimora per tutte le generazioni,
eppure hanno dato il loro nome alla terra.
[13]Ma l'uomo nella prosperità non comprende,
è come gli animali che periscono. 

[14]Questa è la sorte di chi confida in se stesso,
l'avvenire di chi si compiace nelle sue parole.
[15]Come pecore sono avviati agli inferi,
sarà loro pastore la morte;
scenderanno a precipizio nel sepolcro,
svanirà ogni loro parvenza:
gli inferi saranno la loro dimora. 

[16]Ma Dio potrà riscattarmi,
mi strapperà dalla mano della morte.
[17]Se vedi un uomo arricchirsi, non temere,
se aumenta la gloria della sua casa.
[18]Quando muore con sé non porta nulla,
né scende con lui la sua gloria. 

[19]Nella sua vita si diceva fortunato:
«Ti loderanno, perché ti sei procurato del bene».
[20]Andrà con la generazione dei suoi padri
che non vedranno mai più la luce. 

[21]L'uomo nella prosperità non comprende,
è come gli animali che periscono.


COMMENTO

L'uomo è come gli animali che periscono. Questa espressione è utilizzata dal salmista per far comprendere la condizione dell'uomo quando è accecato dalla cupidigia. Talmente è annerita la sua vista da non ragionare e vedere secondo verità, mettendo così da parte la natura superiore che Dio gli ha conferito, e cioè la natura spirituale che gli animali non posseggono. Così gli uomini quando non nutrono lo spirito, sono simili ad animali nel comportamento poiché vivono d'istinti e si procurano di soddisfare la propria carne. E come gli animali essi periscono. La ricchezza di questo mondo è davvero un nulla davanti alle ricchezze spirituali: anche se l'uomo possedesse tutta la terra, ciò non gli gioverebbe, come dice il Signore nel Vangelo: Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? (Mc 8,36). La ricchezza materiale per quanto permetta di comprare articoli terreni, non potrà mai comprare lo spirito perché questo è dono di Dio a chi ha il cuore puro. Senza un cuore puro, non si ottiene lo spirito e senza lo spirito, non si vive in eterno. Nella nostra vita quando soffriamo, sta operando la mano di Dio. Ciò che sembra sventura all'occhio umano, è in realtà mezzo di emendazione con il quale Dio chiama a perfezione l'uomo. E in cosa consiste la perfezione dell'uomo? Essere santo e cioè, esente da vizi e peccati. La perfezione vera non è come la intende il mondo; non si intende perfezione estetica, economica e dir si voglia, ma la perfezione dell'essere spirituale dal quale poi si riceve ogni beneficio. Il nostro essere è appunto di natura spirituale: quello che vediamo di noi è solo la parte esterna. Siamo come rami rinsecchiti riempiti dell'essenza della vita che Dio ha soffiato nei nostri cuori. Se viene a mancare lo spirito, la mente si ottenebra poiché come dice Sant'Alfonso Maria de' Liguori, la mente è di natura spirituale; dunque se manca lo spirito che è fonte della vita umana, manca così anche l'intelligenza e la sapienza e questa mancanza si ripercuote anche sul fisico. Infatti Gesù rimettendo i peccati agli infermi, questi guarivano a dimostrazione che il malanno umano è frutto del suo peccato. Non sempre è così poiché ci sono anche le sofferenze redentrici, e cioè le croci che il Signore assegna agli innocenti in espiazione dei peccati degli uomini. Del resto anche Gesù vittima innocente si è caricato delle nostre colpe per espiarle, ma questo è un altro argomento da parlare in altre occasioni. Tornando alla ricchezza, come dicevamo ciò che è sventura agli occhi degli uomini è in verità il percorso che il Signore assegna all'uomo perché non vada perduto. Sarà capitato a qualcun di vivere momenti difficili e dire: Sono davvero sfortunato, mi va tutto storto etc. Va storto perché il Signore vuole qualcosa da quell'anima, non desidera che questa compia cattive gesta che la facciano cadere nel peccato, così permette che la vita di quell'anima su questa terra vada al contrario rispetto alle aspettative di quell'anima. Un'anima chiamata da Dio che desidera vivere secondo il mondo, si aspetti di vivere sventure poiché queste le permetteranno di camminare sulla via della perfezione spirituale, e questa è vera ricchezza! A cosa servono dunque le ricchezze spropositate se poi si deve perdere la propria anima? Le cose di questo mondo, è inutile che ci illudiamo, passeranno, e come se passeranno! Il cielo e la terra passeranno, dice il Signore Gesù, quindi è inutile che affanniamo dietro alle cose di quaggiù. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta (Mt 6,33). Se noi cerchiamo il vestito, perderemo vestito e anima, ma se cercheremo il Signore, guadagneremo e anima e vestito. Ai nostri occhi i ricchi ci sembrano fortunati e i poveri sventurati, ma in verità sono i ricchi i veri sfortunati perché i poveri hanno il cuore purificato dalla sofferenza, mentre i ricchi nella loro superbia sono accecati e non conoscono la via che conduce al Regno dei Cieli. Non dobbiamo temere i ricchi ci esorta il Salmo che abbiamo letto quest'oggi, né la sua ricchezza e la sua crescita nel mondo, perché questi prima o poi periranno. Un esempio lampante possiamo farlo guardando ai tiranni di questo mondo: ricchi, potenti e prepotenti, e quanti di loro si sono salvati? Quanti di loro hanno comprato la vita? Anche loro sono invecchiati e morti, e ora i loro tesori dove sono? E la loro vita dov'è? La loro vita è una non vita poiché sono precipitati nel fuoco eterno dove tutto è peggiore della morte. Inutile per i ricchi storcere il naso quando il prete dal pulpito predica contro le ricchezze; sono così accecati da non rendersi conto, e poiché non accettano quanto detto dal sacerdote, capita che alcuni di loro inveiscono contro di lui e questo atteggiamento oltre che inutile è colmo di ignoranza. Non temiamo i potenti di questa terra, ma temiamo Dio poiché Egli è l'unico potente, è l'Onnipotente. Nessuno ha il potere di comprare la vita per quanto possa stancarsi di lavoro per tutta la sua esistenza terrena, proprio nessuno può comprarla. La vita è un dono gratuito che Dio dona ai puri di cuore, a quanti fanno la Sua Volontà e credono nel Figlio. Il Salmo di oggi è appropriato per riflettere sulle ricchezze poiché il titolo stesso proclama: "Le ricchezze sono un nulla". Mai confidare in sé stessi, ma confidiamo sempre e solo nel Signore, l'unico che dona la vita. L'uomo non da solo si è messo nel grembo della madre e si è data la vita, così l'uomo non da solo salirà al cielo; come Dio ci ha fatto nascere, così Dio ci farà salire al Cielo o scendere all'inferno. Così come l'uomo è venuto, così se ne andrà. Nessuno ha il potere di nascere o di morire e quanti si tolgono la vita compiono omicidio e peccato mortale poiché anche se uccidono sé stessi, uccidono comunque un corpo umano, quel corpo che Dio gli ha donato. Pertanto occorre voler bene sé stessi per poter amare gli altri. In conclusione riflettiamo sulla vita dei santi. Molti dei santi che conosciamo erano nobili o ricchi. Si sono spogliati delle loro ricchezze e oggi il loro nome è ricordato su tutta la terra, mentre un ricco arrogante che soddisfa la propria superbia nessuno più lo ricorda. E il ricordo del nome del santo è immagine della sua gloria nei cieli. Dio esalta chi si umilia; i santi che un tempo furono di nobili casati, umiliando sé stessi con la rinuncia delle ricchezze e abbracciando una vita sofferente, sono stati esaltati e salvati da Gesù Cristo perché hanno creduto nella Sua Parola e nelle Sue promesse. Ma quanti invece hanno speso la loro vita nelle loro dimore ad abbuffarsi e a criticare la miseria del prossimo, confidando in loro stessi, sono solo ossa in una cassa, mentre i santi stanno vivendo e vivranno per sempre nelle dimore celesti dove c'è pace, gioia e serenità in eterno.

Allora carissimi fratelli e sorelle, dedichiamo la nostra vita al prossimo, viviamo al servizio di Dio e dei fratelli e non attacchiamo il nostro cuore al denaro poiché lo affidiamo alla morte, ma siano i nostri cuori uniti al Sacratissimo Cuore di Cristo, sorgente eterna di vita. Chi rinuncia alle ricchezze per beneficare il prossimo, non solo riceverà la ricchezza della vera gioia già qui in terra ma la riceverà cento volte tanto in Paradiso, quella gioia che i ricchi con i loro danari non possono comprare né ottenere pur nonostante sono alla ricerca di essa. Ecco perché pur nonostante i loro sforzi, sono sempre scontenti e sempre alla ricerca di cose nuove da comprare.. ma la gioia non si trova perché questa è frutto dell'amore e della carità: se non si ama e non si aiuta, non c'è gioia. La gioia delle ricchezze è una gioia finta, presto destinata a passare. Voi poveri non affliggetevi quando i ricchi vi insulteranno, confidate in Cristo e siate sereni poiché la vostra povertà sarà la vostra vera ricchezza.

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