lunedì 14 marzo 2011

I Proverbi - Ventiseiesimo appuntamento

Proseguiamo come ogni lunedì la lettura del Libro dei Proverbi; siamo giunti al ventiseiesimo capitolo che ci mostri il saggio pensiero di Re Salomone soprattutto sullo stolto, l'ignavo e l'uomo che cova odio: 

[1]Come la neve d'estate e la pioggia alla mietitura,
così l'onore non conviene allo stolto.
[2]Come il passero che svolazza, come la rondine che vola,
così una maledizione senza motivo non avverrà.
[3]La frusta per il cavallo, la cavezza per l'asino
e il bastone per la schiena degli stolti.
[4]Non rispondere allo stolto secondo la sua stoltezza
per non divenire anche tu simile a lui.
[5]Rispondi allo stolto secondo la sua stoltezza
perché egli non si creda saggio.
[6]Si taglia i piedi e beve amarezze
chi invia messaggi per mezzo di uno stolto.
[7]Malferme sono le gambe dello zoppo,
così una massima sulla bocca degli stolti.
[8]Come chi lega il sasso alla fionda,
così chi attribuisce onori a uno stolto.
[9]Una spina penetrata nella mano d'un ubriaco,
tale è una massima sulla bocca degli stolti.
[10]Arciere che ferisce tutti i passanti,
tale è chi assume uno stolto o un ubriaco.
[11]Come il cane torna al suo vomito,
così lo stolto ripete le sue stoltezze.
[12]Hai visto un uomo che si crede saggio?
E' meglio sperare in uno stolto che in lui.
[13]Il pigro dice: «C'è una belva per la strada,
un leone si aggira per le piazze».
[14]La porta gira sui cardini,
così il pigro sul suo letto.
[15]Il pigro tuffa la mano nel piatto,
ma dura fatica a portarla alla bocca.
[16]Il pigro si crede saggio
più di sette persone che rispondono con senno.
[17]Prende un cane per le orecchie
chi si intromette in una lite che non lo riguarda.
[18]Come un pazzo che scaglia tizzoni
e frecce di morte,
[19]così è quell'uomo che inganna il suo prossimo
e poi dice: «Ma sì, è stato uno scherzo!».
[20]Per mancanza di legna il fuoco si spegne;
se non c'è il delatore, il litigio si calma.
[21]Mantice per il carbone e legna per il fuoco,
tale è l'attaccabrighe per rattizzar le liti.
[22]Le parole del sussurrone sono come ghiotti bocconi,
esse scendono in fondo alle viscere.
[23]Come vernice d'argento sopra un coccio di creta
sono le labbra lusinghiere con un cuore maligno.
[24]Chi odia si maschera con le labbra,
ma nel suo intimo cova il tradimento;
[25]anche se usa espressioni melliflue, non ti fidare,
perché egli ha sette abomini nel cuore.
[26]L'odio si copre di simulazione,
ma la sua malizia apparirà pubblicamente.
[27]Chi scava una fossa vi cadrà dentro
e chi rotola una pietra, gli ricadrà addosso.
[28]Una lingua bugiarda odia la verità,
una bocca adulatrice produce rovina.

COMMENTO

I proverbi odierni si riferiscono a tre figure in particolare: lo stolto, il pigro e l'uomo che cova odio nel suo cuore. Sullo stolto vediamo come Salomone ripete ciò che altri libri sapienziali hanno sempre affermato: lo stolto è colui che agisce senza senno, credendosi saggio e non sapendo di essere senza ragione; per questo leggiamo molte espressioni che lo riguardano e che ci invitano a non ascoltare chi si crede saggio, a non dar credito alle massime che provengono dagli stolti. Oggi il mondo pullula di stolti e la stoltezza si sta trasformando nella regola generale (mentre la saggezza rappresenta l'eccezione): ecco che queste massime di Salomone assumono un significato altamente pregnante anche per i fedeli di questa generazione, traducendosi in un invito a diffidare dalle parole di chi stoltamente crede di esser saggio e di poter interpretare la Bibbia a suo uso e consumo. Ci sono infatti uomini, anche all'interno della nostra comunità, che minimizzano i precetti, giustificano i peccati e allontanano Dio: questi uomini sono figli della stoltezza e noi dobbiamo porre attenzione nel non ascoltarli e nel rispondergli adeguatamente. 
Anche di chi usa un linguaggio lusinghiero bisogna diffidare perchè, come dice Salomone, nel suo intimo cova il tradimento: siate vigili come serpenti dice il Signore Gesù perchè purtroppo l'uomo è schiavo del male e cova dentro di sé odio e invidia. Ma noi, non dobbiamo temere perchè possiamo riconoscere un uomo dal suo frutto, esattamente come ci ha indicato Gesù, con queste parole: 


Si raccoglie uva dalle spine o fichi dai rovi? Cosi, ogni albero buono produce frutti buoni; ma l’albero cattivo produce frutti cattivi. Un albero buono non può dare frutti cattivi, né un albero cattivo dare frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto è tagliato, e gettato nel fuoco. Voi dunque li riconoscerete dai loro frutti. 

In questo modo, noi siamo in grado di riconoscere chi ci è accanto, consapevoli che l'odio che covano si ritorcerà contro di loro, esattamente come dice Salomone (Chi scava una fossa vi cadrà dentro e chi rotola una pietra, gli ricadrà addosso.). Noi, infatti, abbiamo chi si prende cura di noi mentre il malvagio non ha nessuno che si prende cura di lui e le sue opere non sono appoggiate dall'Altissimo. 

Due ultimi riferimenti vanno al pigro e al seminatore di zizzania: il primo è colui che si lascia vincere dall'ignavia e pensando di essere il più saggio di tutti, giudica chiunque si pone sul suo cammino o che entra in contatto con lui (è simile a colui che vede la pagliuzza altrui non curandosi della trave che c'è nel proprio occhio); il secondo è colui che accende le liti, opera per seminare le divisioni e per alimentare i rancori (esso è il contrario dell'operatore di pace beatificato da Gesù!). Anch'essi si nutriranno delle loro iniquità e alla fine saranno loro ad esser giudicati dal Tribunale dell'Altissimo!

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