I gemiti del salmo 90 sono anche quelli del popolo cristiano. Ma esso è consapevole che, in Gesù Cristo, l’umanità è ormai sottratta ad ogni caducità e transitorietà. I cristiani pregano questo salmo nello spirito della parola di Eb 7,24-25: "Il Cristo, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a loro favore".
Commento dei Padri della Chiesa
v. 1 "Il salmo 90 espone questo: Il genere umano è stato precipitato dal malvagio. Separato, tolto dalla comunione di Dio, è caduto in una moltitudine di miserie. L’uomo di Dio si fa avvocato dei caduti. Pèrora davanti a Dio come in un tribunale: confessa che Dio è l’unica sorgente di vita, immutabile, inesauribile, mentre il genere umano è agitato in ogni sorta di peripezie. L’uomo domanda di non essere separato dal bene supremo, né in questo mondo, né nell’altro" (Gregorio di Nissa).
"Questo salmo canta la penitenza dei giudei, ma anche l’instabilità della condizione umana" (Teodoreto).
«Mosè fu il ministro dell’Antico Testamento e il profeta del Nuovo: "Tutte queste cose accaddero loro in figura" (1Cor 10,11). È in questa luce che bisogna intendere il salmo. Noi vi troviamo la vita vecchia e la nuova, la vita mortale e la vera vita, gli anni che non contano e i giorni della pienezza, il castigo del primo uomo e il regno del secondo» (Agostino).
v. 2 «La parola "Tu sei" rimanda a Es 3,14: "Io sono colui che sono". È dunque l’eternità stessa il nostro rifugio. Dall’instabilità del tempo fuggiamo verso di lei per rimanervi eternamente» (Agostino).
v. 3 «Non rimandare completamente l’uomo alla miseria del suo destino. Tu hai condannato Adamo a ritornare alla terra, ma hai detto: "Ritornate, figli dell’uomo". Noi dunque non preghiamo invano, sappiamo che esaudirai le nostre preghiere e muterai i mali in bene" (Teodoreto).
v. 4 "La vita dell’uomo è breve e colma di sciagure. Davanti a te mille anni sono come un giorno o come un turno di veglia nella notte (= quattro ore)" (Teodoreto).
v. 7 "La pena della morte viene dal peccato... Anche l’anima del Cristo, che volle riprodurre in se stesso la nostra immagine, era triste e turbata all’approssimarsi della morte" (Agostino).
v. 11 "Conosciamo poco la forza della tua ira perché in gran parte ci risparmi e le prove che tu mandi testimoniano piuttosto la tua bontà, che vuole evitarci il castigo eterno" (Agostino).
v. 12 "Fammi conoscere il mistero del Cristo, che è un mistero di umiltà, di passione, di doni spirituali che sostituiscono le benedizioni temporali promesse nella legge" (Agostino).
v. 14 "Il mattino della risurrezione tutta la terra è stata riempita della misericordia del Cristo" (Origene).
"Ogni mattino richiama alle nostre anime il mattino in cui il Cristo ha vinto la morte" (Esichio di Gerusalemme).
«Il salmista grida: "Saziaci al mattino con la tua grazia" (v. 14). Il mattino è la risurrezione. Siamo stati saziati, come fosse già avvenuta. Infatti la speriamo con fede certa, poiché il Cristo è già risorto» (Ruperto).
v. 17 «Non facciamo le nostre opere per una ricompensa terrena, ma per te... Quando le nostre opere sono dirette dall’alto, diventano l’opera di Dio: "Questa è l’opera di Dio: che voi crediate in colui che egli ha mandato" (Gv 6,29)» (Agostino).
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