sabato 24 settembre 2011
Il Sabato dei Salmi - Salmo 71 - Preghiera di un vecchio
Salmo 71
Preghiera di un vecchio
[1]In te mi rifugio, Signore,
ch'io non resti confuso in eterno.
[2]Liberami, difendimi per la tua giustizia,
porgimi ascolto e salvami.
[3]Sii per me rupe di difesa,
baluardo inaccessibile,
poiché tu sei mio rifugio e mia fortezza.
[4]Mio Dio, salvami dalle mani dell'empio,
dalle mani dell'iniquo e dell'oppressore.
[5]Sei tu, Signore, la mia speranza,
la mia fiducia fin dalla mia giovinezza.
[6]Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre tu sei il mio sostegno;
a te la mia lode senza fine.
[7]Sono parso a molti quasi un prodigio:
eri tu il mio rifugio sicuro.
[8]Della tua lode è piena la mia bocca,
della tua gloria, tutto il giorno.
[9]Non mi respingere nel tempo della vecchiaia,
non abbandonarmi quando declinano le mie forze.
[10]Contro di me parlano i miei nemici,
coloro che mi spiano congiurano insieme:
[11]«Dio lo ha abbandonato,
inseguitelo, prendetelo,
perché non ha chi lo liberi».
[12]O Dio, non stare lontano:
Dio mio, vieni presto ad aiutarmi.
[13]Siano confusi e annientati quanti mi accusano,
siano coperti d'infamia e di vergogna
quanti cercano la mia sventura.
[14]Io, invece, non cesso di sperare,
moltiplicherò le tue lodi.
[15]La mia bocca annunzierà la tua giustizia,
proclamerà sempre la tua salvezza,
che non so misurare.
[16]Dirò le meraviglie del Signore,
ricorderò che tu solo sei giusto.
[17]Tu mi hai istruito, o Dio, fin dalla giovinezza
e ancora oggi proclamo i tuoi prodigi.
[18]E ora, nella vecchiaia e nella canizie,
Dio, non abbandonarmi,
finché io annunzi la tua potenza,
a tutte le generazioni le tue meraviglie.
[19]La tua giustizia, Dio, è alta come il cielo,
tu hai fatto cose grandi:
chi è come te, o Dio?
[20]Mi hai fatto provare molte angosce e sventure:
mi darai ancora vita,
mi farai risalire dagli abissi della terra,
[21]accrescerai la mia grandezza
e tornerai a consolarmi.
[22]Allora ti renderò grazie sull'arpa,
per la tua fedeltà, o mio Dio;
ti canterò sulla cetra, o santo d'Israele.
[23]Cantando le tue lodi, esulteranno le mie labbra
e la mia vita, che tu hai riscattato.
[24]Anche la mia lingua tutto il giorno
proclamerà la tua giustizia,
quando saranno confusi e umiliati
quelli che cercano la mia rovina.
Commento del compianto Padre Lino Pedron dal sito http://www.padrelinopedron.it
L’intero salmo è centrato sul tema della vecchiaia. S. Agostino scrive: «Il Signore ti dice che la tua forza si indebolisce perché la mia forza sia in te e così tu possa dire con l’apostolo: "Quando io sono debole, è allora che sono forte". Non temere di essere abbandonato nella tua vecchiaia... La debolezza che valse a Cristo di essere abbandonato gli preparò la manifestazione della sua forza».
Il salmista getta uno sguardo nostalgico all’intera sua esistenza. Un’esistenza totalmente vissuta nella fede in Dio. Il Signore è stato la sua speranza e la sua fiducia in ogni momento. Fin dal grembo materno il fluire dei suoi giorni è stato posto all’ombra della protezione di Dio e ha avuto come sostegno la forza di Dio. E ora, pur vedendo incombere il male della morte, non perde la serena compostezza della speranza. Questo salmo è un’educazione al vivere e al morire perché "la morte, come la nascita, fa parte della vita. Camminare consiste sia nell’alzare il piede sia nel posarlo" (Tagore).
Commento dei padri della Chiesa
v. 1 "È il Cristo che parla. Nel vangelo dice: Io sono nel Padre (Gv 17,21) e qui dice: Dal seno di mia madre, tu sei il mio sostegno. Lo ha protetto, ad esempio, durante la strage degli innocenti... Risorto dai morti, ha annunciato il braccio di Dio a tutta la generazione ventura e ha detto al Padre: Dagli abissi della terra di nuovo mi hai fatto risalire (v. 20)" (Origene).
«È una chiara profezia sul mistero del Cristo... Perché la morte è stata cacciata fuori nello stesso modo in cui era entrata nel mondo: entrata per opera di un uomo e cacciata da un uomo. L’uomo nuovo distrugge la morte: è disceso nell’abisso per mezzo della sua passione, per far risalire con lui l’uomo che era caduto nell’abisso. "Come in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti saranno vivificati" (1Cor 15,22)» (Gregorio di Nissa).
vv 2-3 "Dio è il rifugio dell’uomo. Adamo è fuggito davanti a Dio, ma il pastore è andato a cercare la pecora smarrita" (Agostino).
v. 4 "Fino alla fine dei tempi gli uomini grideranno per essere liberati" (Agostino).
"È l’uomo in generale che grida. Era prigioniero del peccato, ma confida di essere assolto per la grazia di Dio" (Cassiodoro).
v. 5 "È per causa tua che sono molto tribolato, è per te che soffro con animo imperturbabile. Tu sei non solo la mia pazienza, ma anche la mia speranza e la mia certezza" (Rufino).
"La giovinezza è la vita nuova ricevuta nel battesimo" (Teodoreto).
v. 6 "Dal seno di mia madre: dal battesimo" (Atanasio).
"È il seno della chiesa che ci genera con l’acqua e con lo Spirito" (Cassiodoro).
v. 7 "La mia storia è apparsa come un segno e un esempio" (Teodoreto).
v. 8 "Possa non fare altro che lodarti fino alla morte, anche se dovessi giungere alla vecchiaia e le mie forze venissero meno" (Eusebio).
v. 9 "Non parla solo della debolezza della vecchiaia, ma anche della debolezza causata da tribolazioni e sofferenze. Quando cede la costanza della mia pazienza, non abbandonarmi, perché posso sopportare tutto con te" (Cassiodoro).
«Ti risponde qui Dio: possa venir meno davvero la tua forza, affinché in te rimanga la mia forza e tu dica con l’apostolo: "Quando sono debole, allora sono forte" (2Cor 12,10)» (Agostino).
v. 11 «I suoi nemici l’hanno visto debole, quindi dicono: "Dio l’ha abbandonato"» (Cassiodoro).
v. 12 "Non dice che è la natura di Dio ad allontanarsi da lui, ma la sua provvidenza e l’efficacia del suo soccorso" (Teodoreto).
v. 13 "La mia pazienza trionfi sui miei nemici" (Teodoreto).
"Siano confusi quando sarò risorto" (Girolamo).
v. 15 "Annuncerò e insegnerò a tutti in che modo mi hai liberato dalla schiavitù" (Teodoreto).
v. 16 "Non hai dunque visto il Figlio dell’uomo risalire là dov’era prima? Ha scambiato la tomba con il cielo, è risorto, non è più qui... È entrato nel dominio del Signore, si è rivestito di bellezza e di forza: ed ecco che regna sui cherubini colui che giaceva sotto terra" (Bernardo).
v. 17 "Mi hai istruito: è il Padre che ha istruito il Salvatore. Questi, dopo aver preso la forma di schiavo, ha trascorso l’infanzia e gli anni della giovinezza senza istruzione umana, ma progredendo per la potenza di Dio. Signore, assistimi fino alla fine e opera le tue meraviglie finché io annunci il tuo braccio a tutta la generazione futura, cioè alla generazione cristiana. Fino alla vecchiaia, cioè fino al compimento della chiesa. La chiesa non si abbatta mai nel suo lungo pellegrinaggio terrestre, finché non venga l’apostasìa e sia rivelato l’uomo del peccato (cfr. 2Ts 2,3). Ma quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà ancora fede sulla terra? (Lc 18,8). Infatti si raffredderà la carità di molti (Mt 24,12). È questa la vecchiaia della chiesa" (Eusebio).
v. 18 «La giovinezza della chiesa è l’epoca dei martiri. "Fino alla vecchiaia" corrisponde a "Io sono con voi fino alla fine del mondo" (Mt 28,20)» (Agostino).
"Il tempo degli apostoli e dei martiri era la giovinezza della chiesa, ma la carità si è raffreddata; e quando verrà il tempo dell’anticristo, la chiesa entrerà nella sua vecchiaia, le sue forze saranno ridotte al punto che anche gli eletti rischieranno d’essere sedotti (cfr. Mt 24,4). La chiesa supplica il Cristo che è il braccio del Signore" (Rufino).
v. 19 "Chi è come te, Signore? È la confessione dell’uomo caduto, vinto e che si arrende: Io, Adamo, ho voluto empiamente essere simile a te; ora grido a te dalla schiavitù in cui sono caduto" (Agostino).
v. 20 "Il primo uomo ha fatto entrare la sofferenza e la morte nel mondo. L’uomo nuovo vi ha riportato la vita, essendo disceso nell’abisso della passione (cfr. 1Cor 15)" (Gregorio di Nissa).
"Adamo, allontanandosi da Dio che è la sua beatitudine, cosa trova? La miseria... Ma tu non mi abbandoni, ti volgi verso di me, mi rendi la vita. Mi hai riscattato dalla perdizione del peccato. La risurrezione del Cristo ci ha fatto risalire dagli abissi e, per mezzo della fede, è avvenuta in noi come una prima risurrezione" (Agostino).
v. 22 "Arpa e cetra: i popoli riscattati che rendono grazie. Di tutti, il Verbo fa un’unica sinfonia" (Eusebio).
"Per mezzo della mia confessione di lode io divento una cetra" (Agostino).
v. 24 "Tutto il giorno, cioè per tutta l’eternità. La chiesa rimane fino alla fine dei secoli per annunciare la giustizia del Signore a ogni generazione che viene. Ultimo fra tutti verrà il Signore nella sua gloria: quelli che l’hanno schernito arrossiranno mentre la mia lingua, dopo la risurrezione, proclamerà la tua giustizia" (Agostino).
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento