sabato 22 ottobre 2011

Il Sabato dei Salmi - Salmo 75 - Giudizio pieno e universale

Salmo 75   

Giudizio pieno e universale 
[1]Al maestro del coro. Su «Non dimenticare».
Salmo. Di Asaf. Canto.
[2]Noi ti rendiamo grazie, o Dio, ti rendiamo grazie:
invocando il tuo nome, raccontiamo le tue meraviglie. 

[3]Nel tempo che avrò stabilito
io giudicherò con rettitudine.
[4]Si scuota la terra con i suoi abitanti,
io tengo salde le sue colonne. 

[5]Dico a chi si vanta: «Non vantatevi».
E agli empi: «Non alzate la testa!».
[6]Non alzate la testa contro il cielo,
non dite insulti a Dio. 

[7]Non dall'oriente, non dall'occidente,
non dal deserto, non dalle montagne
[8]ma da Dio viene il giudizio:
è lui che abbatte l'uno e innalza l'altro. 

[9]Poiché nella mano del Signore è un calice
ricolmo di vino drogato.
Egli ne versa:
fino alla feccia ne dovranno sorbire,
ne berranno tutti gli empi della terra. 

[10]Io invece esulterò per sempre,
canterò inni al Dio di Giacobbe.
[11]Annienterò tutta l'arroganza degli empi,
allora si alzerà la potenza dei giusti. 

Commento del compianto Padre Lino Pedron dal sito www.padrelinopedron.it

"Questo salmo oppone all’esaltazione dell’orgoglio il rimedio dell’umiltà, consolando gli umili nella speranza" (s. Agostino).
Scrive J. Cardonnel: "Dio opera prima di tutto - e in questo rivela di essere Dio - facendo sua la causa dei calpestati, degli ultimi, dei dimenticati... Mentre altri dèi avallano le vittorie dei loro popoli, è proprio del Dio unico intervenire nel cuore dell’abbandono e della derelizione. Così la rivelazione ha inizio dal più schiacciato dei popoli che passa profeticamente dall’oppressione alla libertà".
La comunità di Dio, adunata insieme, enumera le opere divine della salvezza, ma si trova in uno stato di oppressione nel quale attende da lungo tempo un intervento di Dio. Per questo il salmista proclama il messaggio profetico del futuro giudizio divino, appoggiandosi ad Ab 2,3: "Una rivelazione è questa, ancora prorogata, ma si avvicina al termine e non inganna. Se indugia, tu però aspettala. Sicuramente si avvera e non può mancare".
La tentazione cui è sottoposta la comunità dei credenti di questo salmo è sempre presente sulla via del popolo di Dio pellegrinante sulla terra: Dio è onnipotente, e perché allora la sua causa in questo mondo è così priva di forza? In una prova di questo tipo, la fede deve testimoniare perseverando nella lode di Dio, accogliendo dalla rivelazione biblica l’assicurazione data da Dio stesso, che è lui che dirà l’ultima parola della storia e che la dirà una volta per tutte alla fine.
Commento dei padri della chiesa
v. 2 "È la chiesa del Cristo che parla" (Origene).
"Canto trionfale sull’immortalità" (Simmaco).
"È il Cristo che parla in questo salmo; e quando i verbi sono al plurale, egli si associa le proprie membra" (Ruperto).
v. 3 "Il Verbo dice: Quando verrà il tempo che tu hai stabilito perché io dimori sulla terra, o Padre, racconterò i tuoi prodigi alle nazioni" (Origene).
"Il Figlio dell’uomo ha stabilito il suo tempo: concede tempo al penitente, ma non risparmierà chi non si degna di fare penitenza" (Agostino).
v. 5 "Io sono Onnipotente, Creatore e Giudice. Prima di punire annunzio il castigo, perché ci si converta" (Teodoreto).
v. 6 "L’empietà contro Dio consiste nel dire: Egli non si occupa della terra; i cattivi sono sazi e i buoni sono miseri" (Agostino).
vv. 7-8 "Tutti gli uomini pensino al giudizio e mettano fine alle loro ingiustizie. Il Giudice non è lontano. È presente dovunque" (Eusebio).
v. 9 «Il Signore tiene nella mano un calice dove spreme il frutto degli uomini, buono o cattivo, finché sia pieno. I cattivi berranno la feccia dei loro peccati; i buoni il calice di vita del Signore: "Fino a quando io lo beva con voi nel regno dei cieli" (cfr. Mt 26,29)» (Atanasio).
"Il Signore tiene questo calice nella mano perché è il giudice e versa la sua misericordia o la sua ira... Quando Dio fa ricadere la perfidia dell’uomo sul suo capo, l’uomo beve una bevanda che lui stesso ha mesciuto" (Baldovino di Ford).
«Qui "feccia" non è lo sporco, ma la parte più forte del vino. Tutti i peccatori ne berranno alla fine, quando avranno la fortuna di credere» (Cassiodoro).
v. 10 "Il Cristo parla a nome della sua chiesa" (Cassiodoro).
v. 11 "La morale del salmo è di respingere l’orgoglio che allontana da Dio e abbracciare l’umiltà che unisce a lui i santi nella carità" (Cassiodoro).

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