giovedì 12 aprile 2012
Catechismo della Chiesa Cattolica - LXXII
Proseguiamo l'appuntamento volto alla conoscenza del Catechismo della Chiesa Cattolica. Terminiamo oggi la lettura dell'Articolo 3 sul Sacramento dell'Eucaristia:
PARTE SECONDA
LA CELEBRAZIONE DEL MISTERO CRISTIANO
SEZIONE SECONDA
«I SETTE SACRAMENTI DELLA CHIESA»
CAPITOLO PRIMO
I SACRAMENTI DELL'INIZIAZIONE CRISTIANA
ARTICOLO 3
IL SACRAMENTO DELL'EUCARISTIA
VII. L'Eucaristia - «Pegno della gloria futura»
1402 In un'antica preghiera, la Chiesa acclama il mistero dell'Eucaristia: « O sacrum convivium in quo Christus sumitur: recolitur memoria passionis eius, mens impletur gratia et futurae gloriae nobis pignus datur – O sacro convito nel quale ci nutriamo di Cristo: si fa memoria della sua passione, l'anima è ricolmata di grazia e ci è donato il pegno della gloria futura ». 243 Se l'Eucaristia è il memoriale della pasqua del Signore, se mediante la nostra Comunione all'altare veniamo ricolmati « di ogni grazia e benedizione del cielo », 244 l'Eucaristia è pure anticipazione della gloria del cielo.
1403 Nell'ultima Cena il Signore stesso ha fatto volgere lo sguardo dei suoi discepoli verso il compimento della pasqua nel regno di Dio: « Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio » (Mt 26,29). 245 Ogni volta che la Chiesa celebra l'Eucaristia, ricorda questa promessa e il suo sguardo si volge verso « Colui che viene » (Ap 1,4). Nella preghiera, essa invoca la sua venuta: « Marana tha » (1 Cor 16,22), « Vieni, Signore Gesù » (Ap 22,20), « Venga la tua grazia e passi questo mondo! ». 246
1404 La Chiesa sa che, fin d'ora, il Signore viene nella sua Eucaristia, e che egli è lì, in mezzo a noi. Tuttavia questa presenza è nascosta. È per questo che celebriamo l'Eucaristia « expectantes beatam spem et Adventum Salvatoris nostri Iesu Christi – nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo », 247 chiedendo « di ritrovarci insieme a godere della tua gloria quando, asciugata ogni lacrima, i nostri occhi vedranno il tuo volto e noi saremo simili a te, e canteremo per sempre la tua lode, in Cristo, nostro Signore ». 248
1405 Di questa grande speranza, quella dei nuovi cieli e della terra nuova nei quali abiterà la giustizia, 249 non abbiamo pegno più sicuro, né segno più esplicito dell'Eucaristia. Ogni volta infatti che viene celebrato questo mistero, « si effettua l'opera della nostra redenzione » 250 e noi spezziamo « l'unico pane, che è farmaco d'immortalità, antidoto per non morire, ma per vivere in Gesù Cristo per sempre ». 251
In sintesi
1406 Gesù dice: « Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno [...]. Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue ha la vita eterna, [...] dimora in me e io in lui » (Gv 6,51.54.56).
1407 L'Eucaristia è il cuore e il culmine della vita della Chiesa, poiché in essa Cristo associa la sua Chiesa e tutti i suoi membri al proprio sacrificio di lode e di rendimento di grazie offerto al Padre una volta per tutte sulla croce; mediante questo sacrificio egli effonde le grazie della salvezza sul suo corpo, che è la Chiesa.
1408 La celebrazione eucaristica comporta sempre: la proclamazione della Parola di Dio, l'azione di grazie a Dio Padre per tutti i suoi benefici, soprattutto per il dono del suo Figlio, la consacrazione del pane e del vino e la partecipazione al banchetto liturgico mediante la recezione del Corpo e del Sangue del Signore. Questi elementi costituiscono un solo e medesimo atto di culto.
1409 L'Eucaristia è il memoriale della pasqua di Cristo, cioè dell'opera della salvezza compiuta per mezzo della vita, della morte e della risurrezione di Cristo, opera che viene resa presente dall'azione liturgica.
1410 È Cristo stesso, Sommo ed eterno Sacerdote della Nuova Alleanza, che, agendo attraverso il ministero dei sacerdoti, offre il sacrificio eucaristico. Ed è ancora lo stesso Cristo, realmente presente sotto le specie del pane e del vino, l'offerta del sacrificio eucaristico.
1411 Soltanto i sacerdoti validamente ordinati possono presiedere l'Eucaristia e consacrare il pane e il vino perché diventino il Corpo e il Sangue del Signore.
1412 I segni essenziali del sacramento eucaristico sono il pane di grano e il vino della vite, sui quali viene invocata la benedizione dello Spirito Santo e il sacerdote pronunzia le parole della consacrazione dette da Gesù durante l'ultima Cena: « Questo è il mio Corpo dato per voi. [...] Questo è il calice del mio Sangue ».
1413 Mediante la consacrazione si opera la transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo. Sotto le specie consacrate del pane e del vino, Cristo stesso, vivente e glorioso, è presente in maniera vera, reale e sostanziale, il suo Corpo e Sangue con la sua anima e divinità. 252
1414 In quanto sacrificio, l'Eucaristia viene anche offerta in riparazione dei peccati dei vivi e dei defunti, e al fine di ottenere da Dio benefici spirituali o temporali.
1415 Chi vuole ricevere Cristo nella Comunione eucaristica deve essere in stato di grazia. Se uno è consapevole di aver peccato mortalmente, non deve accostarsi all'Eucaristia senza prima aver ricevuto l'assoluzione nel sacramento della Penitenza.
1416 La santa Comunione al Corpo e al Sangue di Cristo accresce in colui che si comunica l'unione con il Signore, gli rimette i peccati veniali e lo preserva dai peccati gravi. Poiché vengono rafforzati i vincoli di carità tra colui che si comunica e Cristo, ricevere questo sacramento rafforza l'unità della Chiesa, corpo mistico di Cristo.
1417 La Chiesa raccomanda vivamente ai fedeli di ricevere la santa Comunione quando partecipano alla celebrazione dell'Eucaristia; ne fa loro obbligo almeno una volta all'anno.
1418 Poiché Cristo stesso è presente nel Sacramento dell'altare, bisogna onorarlo con un culto di adorazione. La visita al Santissimo Sacramento « è prova di gratitudine, segno di amore e debito di riconoscenza a Cristo Signore ». 253
1419 Poiché Cristo è passato da questo mondo al Padre, nell'Eucaristia ci dona il pegno della gloria futura presso di lui: la partecipazione al santo sacrificio ci identifica con il suo cuore, sostiene le nostre forze lungo il pellegrinaggio di questa vita, ci fa desiderare la vita eterna e già ci unisce alla Chiesa del cielo, alla beatissima Vergine e a tutti i santi.
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