"Le idee fondamentali del salmo 94 non sono estranee al cuore e alle labbra di Gesù. La violazione della giustizia divina nel suo popolo lo sconvolgeva profondamente e spesso egli ha manifestato il dolore che ne provava (Mt 23). È per questo che la sua predicazione sulla giustizia era improntata a una straordinaria gravità" (Deissler).
Il salmo 94 ci ricorda che la religione o l’iscrizione a una chiesa, senza giustizia sociale, concreta, politica e giudiziaria è ipocrisia e magìa.
Commento dei Padri della Chiesa
v. 1 "Il Dio delle vendette è il Dio che mette in ordine tutte le cose" (Origene)
«Il mistero contenuto in questo salmo sviluppa l’economia della passione. Il profeta prevede che il Giusto sarà tradito, arde d’ira contro questo delitto, invocando a gran voce il Dio delle vendette, chiedendo che sia esaltato colui che per noi è stato umiliato, che sia resa degna mercede agli orgogliosi e che i peccatori non trionfino nelle loro malvagità. Chiama stolti e folli quelli che non aderiscono alla sua divinità; perché la più grande follia è il non riconoscere Dio. Il profeta non è ascoltato; si rivolge, allora, verso il Signore: "Beato l’uomo che tu correggi, Signore, e che ammaestri con la tua legge". Se infatti il Signore non ci istruisce nell’intimo, non comprendiamo il suo mistero...» (Gregorio di Nissa).
"Non mormorare contro la pazienza di Dio. Credi tu che Dio non si vendichi? Egli è anche il Dio delle vendette! Ti adiri perché sei stato derubato e il ladro non muore all’istante. Guarda se tu non hai mai rubato, e se in quel giorno non ci sia stato qualcuno esasperato perché non sei morto tu all’istante. Se sei in pieno giorno, ricordati la tua notte; se sei già in cielo, ricordati la tua terra. Se il Signore venisse a vendicare troppo presto, chissà se non incontrerebbe proprio te per primo. Non prendertela dunque con Dio quando sembra risparmiare i malvagi: sii buono e coraggioso affinché non ti risparmi la correzione, ma ti risparmi il giudizio" (Agostino).
"Se Dio è il Dio delle vendette, non preoccuparti tu della vendetta: quando il tuo nemico ha sete, dàgli da bere (cfr. Rm 12,20)" (Girolamo).
"Il profeta risponde alle bestemmie di quelli che dicono: Dio non si occupa degli uomini" (Cassiodoro).
v. 2 "Da quando esiste il genere umano, i cattivi schiacciano i buoni: Caino uccide Abele, i fratelli di Giuseppe lo vendono... Sali dunque, sul trono e rendi la ricompensa ai superbi! Non rispettano nemmeno te, ti disprezzano. Io sono sicuro del tuo giudizio futuro, anche se ora tu sei paziente e trattieni la tua ira. Ti prego: manifesta la tua maestà, perché almeno alla fine gli empi cessino di vantarsi" (Eusebio).
"Nella tua prima venuta tu sei venuto umile, ed essi ti hanno preso, flagellato, schernito, schiaffeggiato, coperto di sputi, coronato di spine, crocifisso, ucciso. Alzati: risùscita, sali al cielo, contraccambiali! Contraccambierà il male agli orgogliosi, non agli umili: la prova è che certi giudei, dopo aver crocifisso il Cristo, hanno creduto in lui (cfr. At 2,37 ss; 4,4) e il sangue di Cristo li ha lavati" (Agostino).
"Il salmista non chiede la morte degli empi, ma che essi non regnino e il potere non serva loro per fare il male" (Teodoreto).
v. 3 «Il salmo compatisce la tua impazienza: domanda e cerca con te; non perché esso non sappia, ma perché anche tu possa trovare. L’apostolo dice: "Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto" (Rm 12,5); allo stesso modo fanno il salmo e lo Spirito santo: sanno tutto, ma cercano con te» (Agostino).
"L’impazienza umana non vuole che Dio sia paziente" (Girolamo).
vv. 5-7 "Come se non bastasse peccare tra loro, gli empi attaccano il tuo popolo: danneggiano e uccidono; bestemmiano contro di te dicendo: Il Signore non vede" (Eusebio).
"Si tratta degli scribi e dei farisei. Hanno calpestato l’eredità di Dio opponendosi a che il popolo riconoscesse il Cristo" (Cirillo di Alessandria).
"Il popolo di Dio è sempre umiliato, sempre imita Dio che fu umile di cuore" (Girolamo).
"La vedova e l’orfano personificano il povero, cioè chi non ha altra speranza che Dio" (Agostino).
"Il peccato è tanto più grande in quanto sono schiacciati umili indifesi" (Girolamo).
"Aggiungono alla violenza la bestemmia" (Cassiodoro).
vv. 8-11 "All’inizio il profeta, mal sopportando l’insolenza degli empi, gemeva e pregava: Alzati, giudice della terra, perché hanno detto: Il Signore non vede. In questo modo ha commosso Dio stesso. Pieno di Spirito santo, replica ora alle bestemmie: Come potrebbe non vedere chi dona agli altri la vista? Noi siamo un vaso di terra e fango: ci ha aperto le orecchie e fatto udire, e lui non udrebbe? Ma se i greci e i barbari hanno un po’ d’arte e di scienza, donde viene loro questa intelligenza? Uomini vuoti, cessate i vostri empi discorsi ed ascoltate la vera Parola, obbedite. Chi ha piantato il vostro orecchio ode bene, prima che apriate la bocca! E vede i pensieri vani: sì, tutto ciò che è verità umana o sapienza umana è ancora vuoto" (Eusebio).
"Tu vuoi consigliare Dio? Egli conosce ciò che pensi e sa che non vale nulla" (Agostino).
"I pensieri e i progetti dell’uomo cadono nel vuoto. Un solo pensiero serve a qualche cosa: pensare al Signore" (Girolamo).
v. 12 "Il Signore corregge colui che ama, perché diventi immune dalle passioni" (Origene).
"Io obbedisco e credo, Signore: i pensieri degli uomini sono vani. Si deve attingere alla sorgente della tua sapienza e perciò essere istruiti da te. Tu ci ammaestri con le divine Scritture e noi vi troviamo anche la consolazione nelle sventure di questo mondo" (Eusebio).
"Infelice chi ti nega! Beato chi si lascia istruire da te: diventa più dolce mediante la prova" (Atanasio).
v. 13 «I giorni di sventura sono quelli della nostra vita sulla terra, come dice l’apostolo: "I giorni sono cattivi" (Ef 5,16)» (Ruperto).
vv. 14-15 "Il tempo della tribolazione è breve. Il Signore veglia sulla sua eredità finché la giustizia renda ai fedeli la loro ricompensa. Quelli che stanno uniti a lui, saranno posti alla destra del Re" (Eusebio).
"La giustizia di Dio è il Cristo (cfr. 1Cor 1,30) che verrà a giudicare il mondo" (Cirillo di Alessandria).
"I retti di cuore sono quelli che vogliono ciò che vuole Dio. Vuole sopportare i malvagi? Soppòrtali anche tu!... Se tu fissi il tuo cuore in Dio, il tuo cuore sarà retto. Quando il Signore verrà per giudicare, allora vedrai come la pazienza di Dio ti ha preparato la corona. Ora tu non vedi: credi ciò che non vedi!" (Agostino).
vv. 16-17 "Quando il mio piede vacilla, sento la tua misericordia che mi sostiene. Senza di essa, da gran tempo, non sarei più in piedi davanti a te" (Eusebio).
"Il Cristo assiste i fedeli" (Cirillo di Alessandria).
vv. 18-19 "Quando inciampi, non dire che stai in piedi mentre stai per cadere. Gli stessi nostri pericoli ci fanno percepire la dolcezza del Signore che ci libera. I dolori sono molti, ma sono molte anche le consolazioni; le ferite sono amare, ma i medicamenti soavi" (Agostino).
"La consolazione è ciò che ristora l’anima dalle sue pene" (Origene).
«Non solo mi impedisci di cadere, ma mi consoli con la forza segreta della tua bontà che mi riempie di gioia. Non una volta o due, ma ad ogni dolore, come se mi recassi un rimedio per ogni ferita. "Come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbona anche la nostra consolazione" (2Cor 1,3 ss.). Come non verrebbe da desiderare le sofferenze, al pensiero delle beate consolazioni che seguono?» (Eusebio).
"Tante ferite, altrettante corone" (Girolamo).
v. 21 "Gli empi arriveranno fino a condannare a morte il Giusto e l’Innocente" (Eusebio).
v. 22-23 "Il salmo, che all’inizio compativa la tua impazienza e usava parole tue, ora si corregge; correggiti anche tu con lui e parla con le sue parole: Il Signore è la mia difesa" (Agostino).
"Farà perire gli ingiusti, cioè li renderà giusti" (Origene).
"Una volta distrutta la malvagità, non saranno più malvagi, ma tutti saranno formati secondo il Cristo, e la sua sola immagine risplenderà in noi" (Gregorio di Nissa).
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