ad ogni mia parola porgi l'orecchio.
[2]Ecco, io apro la bocca,
parla la mia lingua entro il mio palato.
[3]Il mio cuore dirà sagge parole
e le mie labbra parleranno chiaramente.
[4]Lo spirito di Dio mi ha creato
e il soffio dell'Onnipotente mi dà vita.
[5]Se puoi, rispondimi,
prepàrati davanti a me, stà pronto.
[6]Ecco, io sono come te di fronte a Dio
e anch'io sono stato tratto dal fango:
[7]ecco, nulla hai da temere da me,
né graverò su di te la mano.
[8]Non hai fatto che dire ai miei orecchi
e ho ben udito il suono dei tuoi detti:
[9]«Puro son io, senza peccato,
io sono mondo, non ho colpa;
[10]ma egli contro di me trova pretesti
e mi stima suo nemico;
[11]pone in ceppi i miei piedi
e spia tutti i miei passi!».
[12]Ecco, in questo ti rispondo: non hai ragione.
Dio è infatti più grande dell'uomo.
[13]Perché ti lamenti di lui,
se non risponde ad ogni tua parola?
[14]Dio parla in un modo
o in un altro, ma non si fa attenzione.
[15]Parla nel sogno, visione notturna,
quando cade il sopore sugli uomini
e si addormentano sul loro giaciglio;
[16]apre allora l'orecchio degli uomini
e con apparizioni li spaventa,
[17]per distogliere l'uomo dal male
e tenerlo lontano dall'orgoglio,
[18]per preservarne l'anima dalla fossa
e la sua vita dalla morte violenta.
[19]Lo corregge con il dolore nel suo letto
e con la tortura continua delle ossa;
[20]quando il suo senso ha nausea del pane,
il suo appetito del cibo squisito;
[21]quando la sua carne si consuma a vista d'occhio
e le ossa, che non si vedevano prima, spuntano fuori,
[22]quando egli si avvicina alla fossa
e la sua vita alla dimora dei morti.
[23]Ma se vi è un angelo presso di lui,
un protettore solo fra mille,
per mostrare all'uomo il suo dovere,
[24]abbia pietà di lui e dica:
«Scampalo dallo scender nella fossa,
ho trovato il riscatto»,
[25]allora la sua carne sarà più fresca che in gioventù,
tornerà ai giorni della sua adolescenza:
[26]supplicherà Dio e questi gli userà benevolenza,
gli mostrerà il suo volto in giubilo,
e renderà all'uomo la sua giustizia.
[27]Egli si rivolgerà agli uomini e dirà:
«Avevo peccato e violato la giustizia,
ma egli non mi ha punito per quel che meritavo;
[28]mi ha scampato dalla fossa
e la mia vita rivede la luce».
[29]Ecco, tutto questo fa Dio,
due volte, tre volte con l'uomo,
[30]per sottrarre l'anima sua dalla fossa
e illuminarla con la luce dei viventi.
[31]Attendi, Giobbe, ascoltami,
taci e io parlerò:
[32]ma se hai qualcosa da dire, rispondimi,
parla, perché vorrei darti ragione;
[33]se no, tu ascoltami
e io ti insegnerò la sapienza.
Come avevamo visto la settimana scorsa, un nuovo personaggio è entrato in scena: il suo nome è Eliu e per rispetto degli interlocutori più anziani, era rimasto in silenzio fino a quando non ha visto Giobbe zittire gli altri tre interlocutori che lo accusavano. Oggi vediamo perchè Eliu interviene e qual è il senso del suo intervento: egli, infatti, non sembra poter più sooportare la superbia e la presunzione di Giobbe che sembra voler che Dio scenda a parlare con lui, faccia a faccia. In realtà, Giobbe non ha chiamato Dio come un uomo di pari grado con cui litigare o disputare: Giobbe si è rivolto a Dio solo per comprendere il disegno della sapienza divina. Eliu non ha compreso l'atteggiamento di Giobbe che solo apparentemente sembra presuntuoso: ma Dio non guarda le apparenze, ma il cuore e quindi sicuramente sa che Giobbe si è rivolto a LUi per capire, come un discepolo si rivolge al Maestro (esattamente come Pietro e gli apostoli si rivolgevano al loro Maestro Gesù).
Il discorso di Eliu è esatto per molti punti soprattutto quando afferma che Dio, a volte, punisce per la correzione. Ci mostra anche quali sono i modi in cui Dio agisce: attraverso la ragione umana, attraverso i sogni e attraverso le malattie. La ragione umana è influenzata da Dio per natura, ma ci sono volte in cui Dio parla all'uomo durante il sonno, quando quest'ultimo è tranquillo e con le orecchie disposte all'ascolto. Molte volte lo abbiamo visto accadere nella Bibbia: solo per citare qualcuno, nel Vangelo ricordiamo l'episodio di San Giuseppe che viene rassicurato su Maria oppure ricordiamo negli Atti degli Apostoli, il sogno dell'apostolo Pietro.
Poi Eliu afferma che anche la malattia (di cui ricorda le manifestazioni subite dallo stesso Giobbe) è un modo di comunicare di Dio: attraverso di essa, Egli infatti ammonisce l'uomo la cui condotta è sbagliata affinché si ravveda prima che giunga il crepuscolo. E nella sua infinità Misericordia, Dio non si arrende con l'uomo e cerca di farlo ravvedere non una, ma due, tre volte perchè non si stanca mai di richiamarci.
Il segno è dunque che Eliu nella sostanza ha ragione, ma parte dal presupposto sbagliato: egli parla avendo il pregiudizio che Giobbe sia peccatore e alla fine, non si rende conto di commettere ugualmente peccato quando afferma " ti insegnerò la sapienza ". Anche qui possiamo vedere la superbia umana che prende il sopravvento: Eliu riprende Giobbe per la sua presunzione senza rendersi conto di compiere lo stesso peccato!
Settimana prossima vedremo il proseguio del discorso di Eliu che si rivolgerà anche ai tre saggi che, a suo avviso, sono stati incapaci di far valere le giuste ragioni contro Giobbe.
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