lunedì 18 aprile 2011
I Proverbi - Trentunesimo e ultimo appuntamento
Torna come ogni lunedì l'appuntamento settimanale con il Libro dei Proverbi. Come già anticipato la scorsa settimana, oggi si conclude questo lungo percorso che ha visto la pubblicazione di tutti e trentuno capitoli di questo libro sapienziale. Non tutti i proverbi sono stati redatti da Salomone, in particolare gli ultimi sono stati attribuiti a diverse figure, come Agùr della scorsa settimana, e oggi a Lemuèl, re di Massa. Di queste figure si conosce ben poco, se non niente. Lasciamo ora la parola all'ultimo proverbio, dandovi appuntamento al prossimo lunedì con un altro importante contributo di sapienza di un noto e importante Santo nonché Dottore della Chiesa: San Francesco di Sales. Vedremo poi di cosa si tratta nel prossimo lunedì.
Buona lettura e meditazione.
31
1Parole di Lemuèl, re di Massa, che sua madre gli insegnò.
2E che, figlio mio! E che, figlio delle mie viscere!
E che, figlio dei miei voti!
3Non dare il tuo vigore alle donne,
né i tuoi costumi a quelle che corrompono i re.
4Non conviene ai re, Lemuèl,
non conviene ai re bere il vino,
né ai principi bramare bevande inebrianti,
5per paura che, bevendo, dimentichino i loro decreti
e tradiscano il diritto di tutti gli afflitti.
6Date bevande inebrianti a chi sta per perire
e il vino a chi ha l'amarezza nel cuore.
7Beva e dimentichi la sua povertà
e non si ricordi più delle sue pene.
8Apri la bocca in favore del muto
in difesa di tutti gli sventurati.
9Apri la bocca e giudica con equità
e rendi giustizia all'infelice e al povero.
10(Alef) Una donna perfetta chi potrà trovarla?
Ben superiore alle perle è il suo valore.
11(Bet) In lei confida il cuore del marito
e non verrà a mancargli il profitto.
12(Ghimel) Essa gli dà felicità e non dispiacere
per tutti i giorni della sua vita.
13(Dalet) Si procura lana e lino
e li lavora volentieri con le mani.
14(He) Ella è simile alle navi di un mercante,
fa venire da lontano le provviste.
15(Vau) Si alza quando ancora è notte
e prepara il cibo alla sua famiglia
e dà ordini alle sue domestiche.
16(Zain) Pensa ad un campo e lo compra
e con il frutto delle sue mani pianta una vigna.
17(Het) Si cinge con energia i fianchi
e spiega la forza delle sue braccia.
18(Tet) È soddisfatta, perché il suo traffico va bene,
neppure di notte si spegne la sua lucerna.
19(Iod) Stende la sua mano alla conocchia
e mena il fuso con le dita.
20(Caf) Apre le sue mani al misero,
stende la mano al povero.
21(Lamed) Non teme la neve per la sua famiglia,
perché tutti i suoi di casa hanno doppia veste.
22(Mem) Si fa delle coperte,
di lino e di porpora sono le sue vesti.
23(Nun) Suo marito è stimato alle porte della città
dove siede con gli anziani del paese.
24(Samech) Confeziona tele di lino e le vende
e fornisce cinture al mercante.
25(Ain) Forza e decoro sono il suo vestito
e se la ride dell'avvenire.
26(Pe) Apre la bocca con saggezza
e sulla sua lingua c'è dottrina di bontà.
27(Sade) Sorveglia l'andamento della casa;
il pane che mangia non è frutto di pigrizia.
28(Kof) I suoi figli sorgono a proclamarla beata
e suo marito a farne l'elogio:
29(Res) "Molte figlie hanno compiuto cose eccellenti,
ma tu le hai superate tutte!".
30(Sin) Fallace è la grazia e vana è la bellezza,
ma la donna che teme Dio è da lodare.
31(Tau) Datele del frutto delle sue mani
e le sue stesse opere la lodino alle porte della città.
COMMENTO
La madre di Lamuèl è la figura della mamma premurosa che dispensa i suoi giusti consigli al figliolo.
Una madre che indica al figlio la via dell'integrità e gli dice: non perdere tempo dietro alle donne, ma sii un uomo saggio, non lasciarti ingannare dai vizi mondani. Gli adultèri sono la rovina dell'uomo, così come le ubriachezze, le indifferenze, e una buona madre non può fare altro che indicare al figlio la buona condotta. Trascorrere la propria vita dietro alle donne, sperperando i propri averi nei vizi, cosa fa ottenere? Il piacere è l'inganno che ha mandato alla rovina uomini di ogni tempo. Cosa ci insegna la Parola di Dio? A vivere seguendo un ordine, delle regole precise, tutto a beneficio dell'uomo stesso. Sono indicazioni per il buon vivere. Il nono comandamento non desiderare la donna d'altri, unito alle parole di Gesù: ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore (Mt 5,28) sono l'indicazione per mostrare all'uomo la via dell'integrità che è purezza. Le ubriachezze, le materialità mal utilizzate, non giovano a nulla, come ci dice Gesù stesso nel Vangelo di Giovanni 6,63: È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. La carne, ma anche tutta la materia non possono donare la vita interiore che è tutta spirituale e che solo lo Spirito di Dio può dare, come ci ha detto Gesù.
Apri la bocca in favore del muto, in difesa di tutti gli sventurati, è un'esortazione di carità. Dio per primo ha esortato l'umanità alla carità. Questa esortazione si ripete nel tempo. Parte da Dio e passa lungo i secoli attraverso gli uomini e le donne che Lo ascoltano. La carità è da sempre predicata nella Sacra Scrittura, è la prima e più importante delle virtù poiché in essa trova pieno compimento l'amore. La carità è il frutto, è il completamento dell'amore. L'albero quando ha prodotto i suoi frutti, ha completato la sua missione: infatti il frutto è l'ultima e importante opera della vita dell'albero, e il frutto è donato all'uomo. Così è l'amore, e la carità è l'opera più importante di esso. Infatti come il frutto è dono fatto all'umanità, così la carità. Con i frutti, l'albero ha adempiuto al suo dovere. Anche noi come alberi nutriti dall'amore di Dio, dobbiamo adempiere a questo dovere di fare frutto con l'amore ricevuto, donando questo frutto agli altri. Così la madre premurosa di Lamuèl, immagine della sapienza che indica la retta via, non manca di dare l'insegnamento più importante: aiutare il prossimo. E ama il prossimo come te stesso è l'indicazione di carità per eccellenza che, qualora seguita, conduce dritti dritti alla salvezza.
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