Da tempo avevamo notato la mancanza di uno spazio che racchiudesse l'enorme contenuto della Sapienza cristiana, ed in particolare di quella cattolica. Ci siamo resi conto che nel nostro spazio non veniva data importanza sufficiente alla Sapienza e dunque è nata l'idea di aprire un nuovo angolo che fungesse da contenitore per raccogliere le opere della Sapienza cristiana.
Sin dai tempi antichi, la Sapienza è stata considerata un dono inestimabile. Lo stesso Re Salomone (figlio e successore di Re Davide) tra tutte le cose possibili e impossibili, scelse la Sapienza come dono da ricevere dal Suo Dio il quale con contentezza lo accontentò. Tutti noi sappiamo che la fama di Re Salomone si sparse per regioni lontanissime, tanto da richiamare anche sovrani lontani. Lo stesso Gesù lo richiama a dimostrazione di come la Sapienza di Re Salomone ha varcato i confini del tempo e dello spazio. Celebre, al riguardo, è la decisione concernente il futuro di un neonato conteso tra due mamme. Vale la pena leggerlo per avere un'idea di cosa vuol dire avere sapienza:
Un giorno andarono dal re due prostitute e si presentarono innanzi a lui. Una delle due disse:
"Ascoltami, signore! Io e questa donna abitiamo nella stessa casa; io ho partorito mentre essa sola era in casa. Tre giorni dopo il mio parto, anche questa donna ha partorito; noi stiamo insieme e non c'è nessun estraneo in casa fuori di noi due. Il figlio di questa donna è morto durante la notte, perché essa gli si era coricata sopra. Essa si è alzata nel cuore della notte, ha preso il mio figlio dal mio fianco - la tua schiava dormiva - e se lo è messo in seno e sul mio seno ha messo il figlio morto. Al mattino mi sono alzata per allattare mio figlio, ma ecco, era morto. L'ho osservato bene; ecco, non era il figlio che avevo partorito io". L'altra donna disse: "Non è vero! Mio figlio è quello vivo, il tuo è quello morto". E quella, al contrario, diceva: "Non è vero! Quello morto è tuo figlio, il mio è quello vivo". Discutevano così alla presenza del re. Egli disse: "Costei dice: Mio figlio è quello vivo, il tuo è quello morto e quella dice: Non è vero! Tuo figlio è quello morto e il mio è quello vivo". Allora il re ordinò: "Prendetemi una
spada!". Portarono una spada alla presenza del re. Quindi il re aggiunse: "Tagliate in due il figlio vivo e datene una metà all'una e una metà all'altra". La madre del bimbo vivo si rivolse al re, poiché le sue
viscere si erano commosse per il suo figlio, e disse: "Signore, date a lei il bambino vivo; non uccidetelo
affatto!". L'altra disse: "Non sia né mio né tuo; dividetelo in due!". Presa la parola, il re disse: "Date alla prima il bambino vivo; non uccidetelo. Quella è sua madre".
Questo episodio, uno dei più noti della Bibbia e tratto dal Libro dei Re, è solo un piccolo esempio di come la Sapienza può portare anche alla Verità e alla Giustizia.
La Sapienza è un dono che Dio concede solo a chi è degno di possederla e ne fa un uso benevolo. Il Signore soltanto agli umili dona la Sapienza delle cose dello Spirito. Un uomo impuro non possiede la Sapienza perché questa vive nei cuori puri: "La sapienza non entra in un'anima che opera il male né abita in un corpo schiavo del peccato (Sapienza 1,4).
I puri, gli umili, i fedeli al Signore posseggono la Sapienza perché sono degni di riceverla. La Sapienza è Spirito di Verità, la Sapienza è in Cristo, la Sapienza è Cristo. Egli è venuto nel mondo a rivelare cose "nascoste fin dalla fondazione del mondo" (Mt 13,35). Chi vive in Cristo "sa", "conosce" la Verità poiché Cristo è la Verità: "Io sono la via, la verità e la vita" (Gv 14,6). E sempre restando in Giovanni 14,6 aggiunge: "Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me". Chi segue Cristo giunge al Padre. Tutti coloro che seguono Cristo conoscono Dio come nessuno prima dell'avvento messianico conosceva poiché "Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato" (Gv 1,18). Gesù è la Sapienza di Dio fatta Uomo. Egli per un'immensa grazia ci concede di conoscere quelle verità spirituali che nessun uomo può comprendere praticando una condotta immorale ed iniqua. Soltanto agli umili il Padre concede di conoscere "queste cose"; «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli (Mt 11,25). I sapienti e gli intelligenti di cui parla Gesù sono gli uomini intellettuali del mondo che conoscono le cose del mondo e poiché vivono secondo il mondo non posseggono l'umiltà, quel requisito necessario per accedere alla Sapienza. E quei "piccoli" ai quali Gesù si riferisce sono gli umili, i degni di ricevere in eredità la Sapienza.
Da notare nel Libro della Sapienza gli accenni ad Essa come ad una persona vivente e in alcuni tratti possiamo renderci conto come l'autore del testo si riferisca al Messia, al Figlio di Dio Sapienza di Dio. In particolare nei versetti 9,4 e 9,9 del libro della Sapienza si legge rispettivamente: 1. "Dammi la sapienza, che siede in trono
accanto a te e non mi escludere dal numero dei tuoi figli". 2. "Con te è la sapienza che conosce le tue opere, che era presente quando creavi il mondo; essa conosce che cosa è gradito ai tuoi occhi e ciò che è conforme ai tuoi decreti". Gesù è il Verbo di Dio ed era presso il Padre prima della creazione del mondo: "Prima che Abramo fosse, Io Sono" (Gv 8,58) e "Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo" (Gv 17,24). E' importante leggere l'Antico Testamento alla luce del Vangelo di Cristo poiché Egli è venuto a comunicarci la giusta interpretazione delle Sacre Scritture poiché Egli stesso è Parola di Dio, Sapienza di Dio, Lui che viene dal seno del Padre. Tutto l'Antico Testamento si concentra sul Messia per preparare il mondo alla venuta del Signore, Gesù, il Dio con noi che vive in mezzo al Suo popolo. Per cui è importante leggere i pensieri sapienziali alla luce di Cristo poiché Egli è la Luce che illumina le genti.
Ma la Sapienza cristiana va anche oltre questo: Gesù è la base, la pietra viva della Sapienza e da questa pietra altre ne escono, frutto dello Spirito Santo. Ci riferiamo alle opere di uomini toccati dallo Spirito Santo come San Tommaso D'Acquino (recentemente ricordato da Papa Benedetto XVI), Sant'Agostino d'Ippona per non parlare delle numerosissime Encicliche dei Papi tra le quali ricordiamo quelle del venerabile Giovanni Paolo II (e che già abbiamo avuto modo di conoscere nel post del giorno, ndr). Dunque, nostro compito sarà quello di cominciare un cammino di crescita spirituale attraverso le opere della Sapienza, biblica e non, per seguire l'esempio di uomini santi come San Pio da Pietrelcina: ed è proprio con un piccolo aneddoto di Padre Pio che concludiamo questo post che segna l'inizio di un nuovo arricchimento, sperando di poterlo compiere insieme a tutti voi:
«Lei, Padre Spirituale, tra le cose da studiare e meditare sceglie soltanto quelle che le servono ad amare Gesù e la sua Chiesa...». Padre Pio rispose: «Io voglio vivere per Gesù e per la Chiesa. La scienza che serve a farmi vivere sempre più per il Signore e per la Chiesa è la cultura della mia vita e tutta la mia vita di cultura». E padre Pellegrino, di rincalzo: «Ma per amare Gesù e la Chiesa, secondo me, bastano quattro cognizioni». Padre Pio reagi alzando la voce: «E invece no. Ogni giorno, ogni ora, ogni istante io sento il bisogno di accrescere le mie conoscenze. E la Chiesa è una fonte inesauribile di vita e di cultura per me!».
Gli Operai della Vigna
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