mercoledì 22 dicembre 2010

Sapienza - Quattordicesimo appuntamento

Torna l'appuntamento con il Libro della Sapienza, per attingere sapere utile per la santità:

15

1Ma tu, nostro Dio, sei buono e fedele,
sei paziente e tutto governi secondo misericordia.
2Anche se pecchiamo, siamo tuoi,
conoscendo la tua potenza;
ma non peccheremo più, sapendo che ti apparteniamo.
3Conoscerti, infatti, è giustizia perfetta,
conoscere la tua potenza è radice di immortalità.
4Non ci indusse in errore
né l'invenzione umana di un'arte perversa,
né la sterile fatica dei pittori,
immagini deturpate di vari colori,
5la cui vista provoca negli stolti il desiderio,
l'anelito per una forma inanimata di un'immagine morta.
6Amanti del male e degni di simili speranze
sono coloro che fanno, desiderano e venerano gli idoli.

7Un vasaio, impastando con fatica la terra molle,
plasma per il nostro uso ogni sorta di vasi.
Ma con il medesimo fango modella
e i vasi che servono per usi decenti
e quelli per usi contrari, tutti allo stesso modo;
quale debba essere l'uso di ognuno di essi
lo stabilisce il vasaio.
8Quindi con odiosa fatica plasma
con il medesimo fango un dio vano,
egli che, nato da poco dalla terra,
tra poco ritornerà là da dove fu tratto,
quando gli sarà richiesto l'uso fatto dell'anima sua.
9Ma egli non si preoccupa di morire
né di avere una vita breve;
anzi gareggia con gli orafi e con gli argentieri,
imita i lavoratori del bronzo
e ritiene un vanto plasmare cose false.
10Cenere è il suo cuore,
la sua speranza più vile della terra,
la sua vita più spregevole del fango,
11perché disconosce il suo creatore,
colui che gli inspirò un'anima attiva
e gli infuse uno spirito vitale.
12Ma egli considera un trastullo la nostra vita,
l'esistenza un mercato lucroso.
Egli dice: "Da tutto, anche dal male,
si deve trarre profitto".
13Costui infatti più di tutti sa di peccare,
fabbricando di materia terrestre
fragili vasi e statue.

14Ma sono tutti stoltissimi
e più miserabili di un'anima infantile
i nemici del tuo popolo, che lo hanno oppresso.
15Essi considerarono dèi anche tutti gli idoli dei pagani,
i quali non hanno né l'uso degli occhi per vedere,
né narici per aspirare aria,
né orecchie per sentire,
né dita delle mani per palpare;
e i loro piedi sono incapaci di camminare.
16Un uomo li ha fatti,
li ha plasmati uno che ha avuto il respiro in prestito.
Ora nessun uomo può plasmare un dio a lui simile;
17essendo mortale, una cosa morta produce con empie mani.
Egli è sempre migliore degli oggetti che adora,
rispetto a essi possiede la vita, ma quelli giammai
18Venerano gli animali più ripugnanti,
che per stupidità
al paragone risultan peggiori degli altri;
19non sono tanto belli da invogliarsene,
come capita per l'aspetto di altri animali,
e non hanno avuto la lode e la benedizione di Dio.


COMMENTO

Anche per questa settimana il Libro della Sapienza ci fa riflettere sulla gravità dell'idolatria, abominio agli occhi del Signore. Ma prima di riflettere sugli idoli, prestiamo attenzione sulla parte iniziale di questo quindicesimo capitolo che abbiamo appena letto. Inizia parlando della Misericordia del Signore, il terzo e più grande insieme all'Amore degli attributi di Dio come scrive Santa Faustina Kowalska nel suo diario:

Il primo attributo che il Signore mi fece conoscere è la Sua Santità. Tale santità è così grande, che davanti a Lui tremano tutte le Potenze e le Virtù. I puri spiriti nascondono il volto e si sprofondano in una incessante adorazione. E l'unica espressione della loro adorazione senza limiti é: "Santo....". La Santità di Dio è distribuita sulla Chiesa e su ogni membro, ma non in uguale misura. Ci sono delle anime completamente divinizzate, ma ci sono anche anime che vivono a malapena. Il secondo attributo che il Signore mi fece conoscere è la Sua Giustizia. La Sua Giustizia è così grande e penetrante che raggiunge fino in fondo l'essenza delle cose e tutto davanti a Lui è nella sua nuda realtà e nulla potrebbe continuare a sussistere. Il terzo attributo è l'Amore e la Misericordia. E compresi che l'Amore e la Misericordia è l'attributo più grande. Esso unisce la creatura al creatore. L'amore più grande e l'abisso della Misericordia li riconosco nell'Incarnazione del Verbo, nella Redenzione da Lui operata. E da ciò compresi che questo attributo è il più grande in Dio".

Fin dai tempi antichi l'uomo comprese mediante lo Spirito Santo, quanto è grande la Misericordia di Dio! E al Signore è piaciuto rivelarci ancor più questo grande mistero di Amore immenso nell'ultimo secolo attraverso la Sua santa figlia, suor Faustina Kowalska.

Ora invece passiamo all'argomento "idolatria". Non pensiamo che le parole della Sacra Scrittura del Libro della Sapienza che oggi abbiamo letto si riferiscano a cose passate perché se ci guardiamo attorno l'idolatria è presente più che mai: le odiose immagini di tante anime che gridano e piangono davanti a bizzarri cantanti o di giovani che "adorano" i loro oggetti, sono il chiaro segno che l'idolatria non è mai scomparsa dalla faccia della Terra. L'idolatria è l'adorazione di una statua, scultura, dipinto, immagine che non rappresenti Dio, ma è anche l'adorazione di uomini, animali, oggetti. Tutto quello che il Signore ha creato attorno all'uomo l'ha fatto per manifestare la Sua Gloria e l'ha fatto per l'uomo. Anche le tecnologie che utilizziamo oggi sono doni di Dio, create sì dalla mano dell'uomo ma grazie al dono della scienza che Dio gli ha dato in prestito; dunque tutto per utilità, ma l'uomo nella sua ignoranza distorce l'uso delle cose e anziché impiegarle per necessità le impiega per adorarle, facendone così un uso vano. Così l'uomo anziché formare vasi dall'argilla, forma false divinità e anziché utilizzare la legna per riscaldarsi accendendo il fuoco, costruisce una scultura perversa. Lo stesso uomo diventa un "idolo" dal momento che esalta sé stesso e si lascia esaltare dagli altri. Le star del rock e del metal sono i falsi profeti che hanno distrutto tante anime. Quante povere giovani anime anziché seguire il Signore e adorarLo, hanno preferito adorare uomini tatuati e truccati lasciandosi riempire il cuore e la mente di stupidità e queste anime si lasciano trasportare più facilmente all'inferno. Chi segue e adora il Signore, dal Signore riceve la Sapienza, ma chi segue e adora l'uomo, coltiva ignoranza e ne mangia i frutti velenosi.

Tutto quello che possiamo fare è abbandonarci nella Divina Misericordia di nostro Signore Gesù Cristo perché ci liberi da tutto il male e ci trasformi in anime degne di Lui!

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