sabato 28 gennaio 2012
Il Sabato dei Salmi - Salmo 89 - Inno e preghiera al Dio fedele
Salmo 89
Inno e preghiera al Dio fedele
[1]Maskil. Di Etan l'Ezraita.
[2]Canterò senza fine le grazie del Signore,
con la mia bocca annunzierò la tua fedeltà nei secoli,
[3]perché hai detto: «La mia grazia rimane per sempre»;
la tua fedeltà è fondata nei cieli.
[4]«Ho stretto un'alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide mio servo:
[5]stabilirò per sempre la tua discendenza,
ti darò un trono che duri nei secoli».
[6]I cieli cantano le tue meraviglie, Signore,
la tua fedeltà nell'assemblea dei santi.
[7]Chi sulle nubi è uguale al Signore,
chi è simile al Signore tra gli angeli di Dio?
[8]Dio è tremendo nell'assemblea dei santi,
grande e terribile tra quanti lo circondano.
[9]Chi è uguale a te, Signore, Dio degli eserciti?
Sei potente, Signore, e la tua fedeltà ti fa corona.
[10]Tu domini l'orgoglio del mare,
tu plachi il tumulto dei suoi flutti.
[11]Tu hai calpestato Raab come un vinto,
con braccio potente hai disperso i tuoi nemici.
[12]Tuoi sono i cieli, tua è la terra,
tu hai fondato il mondo e quanto contiene;
[13]il settentrione e il mezzogiorno tu li hai creati,
il Tabor e l'Ermon cantano il tuo nome.
[14]E' potente il tuo braccio,
forte la tua mano, alta la tua destra.
[15]Giustizia e diritto sono la base del tuo trono,
grazia e fedeltà precedono il tuo volto.
[16]Beato il popolo che ti sa acclamare
e cammina, o Signore, alla luce del tuo volto:
[17]esulta tutto il giorno nel tuo nome,
nella tua giustizia trova la sua gloria.
[18]Perché tu sei il vanto della sua forza
e con il tuo favore innalzi la nostra potenza.
[19]Perché del Signore è il nostro scudo,
il nostro re, del Santo d'Israele.
[20]Un tempo parlasti in visione ai tuoi santi dicendo:
«Ho portato aiuto a un prode,
ho innalzato un eletto tra il mio popolo.
[21]Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio l'ho consacrato;
[22]la mia mano è il suo sostegno,
il mio braccio è la sua forza.
[23]Su di lui non trionferà il nemico,
né l'opprimerà l'iniquo.
[24]Annienterò davanti a lui i suoi nemici
e colpirò quelli che lo odiano.
[25]La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui
e nel mio nome si innalzerà la sua potenza.
[26]Stenderò sul mare la sua mano
e sui fiumi la sua destra.
[27]Egli mi invocherà: Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza.
[28]Io lo costituirò mio primogenito,
il più alto tra i re della terra.
[29]Gli conserverò sempre la mia grazia,
la mia alleanza gli sarà fedele.
[30]Stabilirò per sempre la sua discendenza,
il suo trono come i giorni del cielo.
[31]Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge
e non seguiranno i miei decreti,
[32]se violeranno i miei statuti
e non osserveranno i miei comandi,
[33]punirò con la verga il loro peccato
e con flagelli la loro colpa.
[34]Ma non gli toglierò la mia grazia
e alla mia fedeltà non verrò mai meno.
[35]Non violerò la mia alleanza,
non muterò la mia promessa.
[36]Sulla mia santità ho giurato una volta per sempre:
certo non mentirò a Davide.
[37]In eterno durerà la sua discendenza,
il suo trono davanti a me quanto il sole,
[38]sempre saldo come la luna,
testimone fedele nel cielo».
[39]Ma tu lo hai respinto e ripudiato,
ti sei adirato contro il tuo consacrato;
[40]hai rotto l'alleanza con il tuo servo,
hai profanato nel fango la sua corona.
[41]Hai abbattuto tutte le sue mura
e diroccato le sue fortezze;
[42]tutti i passanti lo hanno depredato,
è divenuto lo scherno dei suoi vicini.
[43]Hai fatto trionfare la destra dei suoi rivali,
hai fatto gioire tutti i suoi nemici.
[44]Hai smussato il filo della sua spada
e non l'hai sostenuto nella battaglia.
[45]Hai posto fine al suo splendore,
hai rovesciato a terra il suo trono.
[46]Hai abbreviato i giorni della sua giovinezza
e lo hai coperto di vergogna.
[47]Fino a quando, Signore,
continuerai a tenerti nascosto,
arderà come fuoco la tua ira?
[48]Ricorda quant'è breve la mia vita.
Perché quasi un nulla hai creato ogni uomo?
[49]Quale vivente non vedrà la morte,
sfuggirà al potere degli inferi?
[50]Dove sono, Signore, le tue grazie di un tempo,
che per la tua fedeltà hai giurato a Davide?
[51]Ricorda, Signore, l'oltraggio dei tuoi servi:
porto nel cuore le ingiurie di molti popoli,
[52]con le quali, Signore, i tuoi nemici insultano,
insultano i passi del tuo consacrato.
[53]Benedetto il Signore in eterno.
Amen, amen.
Commento dal sito: http://www.padrelinopedron.it
Il salmo 89 ci fa penetrare con lo sguardo nella più grave prova della fede nella storia della salvezza dell’Antico Testamento: il Dio dell’Alleanza, il Dio fedele, ha apparentemente revocato il suo patto eterno con Davide. Al salmista non sembra più possibile conciliare le promesse messianiche fatte alla casa di Davide con la miserevole realtà del presente. Eppure egli non si abbandona alla disperazione. Il Dio dell’Alleanza può sempre intervenire un’altra volta e mettere fine al lungo periodo della prova.
La rivelazione del Nuovo Testamento ha dato la risposta divina all’interrogativo che il salmo pone: il patto con Davide non è stato mai realmente annullato, anche se la sua forma terrena è stata soggetta alla transitorietà della storia. L’annunciazione della nascita di Gesù abolisce ogni apparente revoca del patto con Davide: "Il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine" (Lc 1,32-33). In Cristo si è compiuto nel modo più perfetto l’oracolo riguardante il re dei vv. 20-38.
Commento dei Padri della Chiesa
v. 2 "Le grazie del Signore sono la promessa accordata a Davide, pegno della benevolenza divina" (Origene).
«Nel v. 50 dirà: "Dove sono, Signore, le tue grazie di un tempo?". Perciò si dà cura di rispondere come se dicesse: Malgrado le cose umane mi turbino e gettino l’angoscia e l’esitazione nel mio cuore, al punto che a volte dubito delle tue promesse, perché ciò che ci accade è proprio il contrario di quanto hai promesso, malgrado dunque tutto questo, io voglio cominciare proclamando la mia fede: "Canterò senza fine le grazie del Signore"; non solo oggi, ma anche nei momenti più tristi e in eterno! Perché io so che tu sei un Dio verace e quando hai parlato una volta non cambi più. La tua verità non verrà mai meno. Tutto il salmo profetizza la nascita del Cristo dalla stirpe di Davide e il suo regno» (Eusebio).
"Le grazie del Signore sono la liberazione dal peccato e dalla morte" (Atanasio).
«Il mistero di questo salmo si estende alla passione di nostro Signore: nel Cristo la misericordia eterna è stata fondata e questo edificio non è fatto da mani d’uomo, ma dallo Spirito santo. La verità di questo edificio è il giuramento fatto a Davide di un messia della sua stirpe, che sarà re universale e vincitore. Il Signore Gesù Cristo ha offerto un segno di questo dominio universale quando, sul lago, ha comandato ai venti e al mare, simboli delle potenze avverse... Dio non ha voluto per lui l’aiuto della spada (v. 44): "Rimetti la spada nel fodero" (Mt 26,52); non gli ha mandato i suoi ausiliari, le legioni di angeli; ha abbreviato i giorni della sua vita; l’ha talmente abbeverato di umiliazioni che è stato annoverato tra i malfattori ed appeso al patibolo della croce tra due assassini. Or questo non è ira, ma misericordia; colui che abbiamo pianto nella sua passione, noi l’acclamiamo risuscitato dai morti e camminiamo alla luce del suo volto" (Arnobio il giovane).
v. 3 "Citare le parole di Dio è piegarlo alla misericordia: Tu hai promesso per l’eternità che questo edificio della misericordia sarà stabile. La parola edificio si addice perfettamente perché fu fatto in parecchi strati: cominciò con Abramo, si estese al popolo d’Israele e infine al mondo intero. La promessa di Dio a Davide diceva che la sua discendenza, che è il Cristo, sarebbe stata stabile" (Origene).
"La iniziale misericordia di Dio per l’uomo non fa che aumentare dalla creazione e costruirsi di generazione in generazione come un edificio... Le promesse di Dio a Davide non sono terrestri, ma celesti" (Eusebio).
v. 7 "Anche quando annienta se stesso (cfr. Fil 2,7) resta il Signore incomparabile, il cui splendore noi abbiamo ricevuto" (Atanasio).
v. 11 «Una volta abbattuto il drago dal Cristo, come canta il salmo: "Tu hai calpestato Raab come un vinto", gli apostoli e i martiri si precipitarono in questo combattimento (cfr. Ap 12,17)» (Ruperto).
v. 16 "Siccome si tratta del canto di vittoria, il salmista dichiara beati quelli che hanno l’abitudine della vittoria... Questa esultanza o acclamazione è il grido di vittoria per la vittoria del Cristo" (Origene).
"Ci ha guardati nel volto del Cristo, tanto che il Padre ci ha visti tutti nel Figlio suo; è nel Figlio che la benevolenza del Padre ha preparato e compiuto il mistero che ci riguarda" (Esichio di Gerusalemme).
v. 18 "La conoscenza di Dio innalza lo spirito" (Origene).
"O Padre, perché ti sei compiaciuto di mandare il tuo Figlio unigenito, s’è innalzata la nostra gloria; noi siamo risuscitati col Cristo" (Atanasio).
v. 20 «Noi parliamo alle orecchie di qualcuno, ma Dio parla in visione; per questo tutto il popolo "vide" la voce (cfr. Es 20,18)» (Origene).
"Per la pietà di Davide che voleva innalzarmi un tempio, farò nascere da lui il mio vero tempio santo: il Cristo (cfr. Gv 2,19)" (Eusebio).
v. 21 "L’unzione è lo Spirito santo" (Atanasio).
v. 23 "Il diavolo ha trionfato su Adamo. Sul Cristo non avrà alcuna possibilità di vittoria; lo tenterà, ma non approderà a nulla" (Beda).
v. 30 "La discendenza del Cristo è la chiesa" (Eusebio).
"La discendenza di Davide è il Cristo" (Cassiodoro).
v. 37 "Il seme di Cristo è la sua parola e la sua chiesa: è lui infatti il seminatore di cui parla Lc 8,5" (Eusebio).
"Promessa della perennità della chiesa, che è il trono del Cristo" (Cirillo di Alessandria).
vv. 39-46 «Tutte queste lamentose constatazioni valgono per la successione visibile di Davide. Ma il senso spirituale nel quale devono realizzarsi le promesse ci è stato offerto nei vv. 3 e 15 nei quali è detto chiaramente che le promesse di Dio sono celesti. "Il mio regno non è di questo mondo" (Gv 18,36). Il trono, come il sole (v. 37), richiama le parole dell’angelo alla Vergine: "Il suo regno non avrà fine" (Lc 1,33)» (Eusebio).
"Gli immediati discendenti del Davide storico non hanno retto. Poiché gli uomini ignoranti credevano che le promesse fossero per il Davide storico, Dio li ha forzati a cercare un altro Davide: il Cristo. Salomone è caduto facendo posto al Messia" (Beda).
"Durante la passione i suoi nemici si rallegravano e lo beffeggiavano" (Atanasio).
"Tu hai posto fine alla sua vita terrena perché ritornasse più presto al Padre" (Girolamo).
"La vergogna è la confusione della morte" (Girolamo).
vv. 47-49 "Tu non disprezzi gli uomini, li hai creati nell’onore, li hai creati a tua immagine. E non li hai creati invano, per nulla: li hai creati per la grande speranza riposta in te, fondata su di te. Non permettere che si perda la tua opera e la tua immagine. Poiché gli uomini non possono riscattare se stessi, mandaci il Cristo e con lui tutti i beni. Affrettati prima che tutto il genere umano perisca. Manda colui che solo può liberare dalla morte se stesso e gli altri" (Eusebio).
"Tu non hai creato invano i figli degli uomini: hai dato loro la speranza della risurrezione. A quanta maggior ragione tu devi risuscitare tuo Figlio!" (Girolamo).
"Chi è quest’uomo? Nessun uomo sfugge alla morte; ma nella carne del Cristo era nascosto Dio e non doveva essere trattenuto dalla morte" (Girolamo).
v. 50 "Dove sono le tue misericordie di un tempo, Signore? Dove le nascondi? Quando verranno? Noi cristiani vediamo con i nostri occhi che queste misericordie antiche sono state compiute nel nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo" (Eusebio).
v. 51 "Il Verbo ha portato nel suo cuore le iniquità di tutti i popoli" (Eusebio).
v. 52 "Gli empi l’hanno disprezzato, pensando che egli fosse, come gli altri, soggetto al dominio della morte: ma egli non è rimasto nella morte" (Atanasio).
v. 53 «Benedetto sia il Signore che risale glorioso dagli inferi e si mostra ai discepoli dicendo: "Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo" (Mt 28,20)» (Girolamo).
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