Torna l'appuntamento settimanale con il libro dei Proverbi giunto all'undicesimo capitolo che prosegue con i pensieri sapienziali di re Salomone.
1La bilancia falsa è in abominio al Signore,
ma del peso esatto egli si compiace.
2Viene la superbia, verrà anche l'obbrobrio,
mentre la saggezza è presso gli umili.
3L'integrità degli uomini retti li guida,
la perversità dei perfidi li rovina.
4Non serve la ricchezza nel giorno della collera,
ma la giustizia libera dalla morte.
5La giustizia dell'uomo onesto gli spiana la via;
per la sua empietà cade l'empio.
6La giustizia degli uomini retti li salva,
nella cupidigia restano presi i perfidi.
7Con la morte dell'empio svanisce ogni sua speranza,
la fiducia dei malvagi scompare.
8Il giusto sfugge all'angoscia,
al suo posto subentra l'empio.
9Con la bocca l'empio rovina il suo prossimo,
ma i giusti si salvano con la scienza.
10Della prosperità dei giusti la città si rallegra,
per la scomparsa degli empi si fa festa.
11Con la benedizione degli uomini retti si innalza una città,
la bocca degli empi la demolisce.
12Chi disprezza il suo prossimo è privo di senno,
l'uomo prudente invece tace.
13Chi va in giro sparlando svela il segreto,
lo spirito fidato nasconde ogni cosa.
14Senza una direzione un popolo decade,
il successo sta nel buon numero di consiglieri.
15Chi garantisce per un estraneo si troverà male,
chi avversa le strette di mano a garanzia, vive tranquillo.
16Una donna graziosa ottiene gloria,
ma gli uomini laboriosi acquistano ricchezza.
17Benefica se stesso l'uomo misericordioso,
il crudele invece tormenta la sua stessa carne.
18L'empio realizza profitti fallaci,
ma per chi semina la giustizia il salario è sicuro.
19Chi pratica la giustizia si procura la vita,
chi segue il male va verso la morte.
20I cuori depravati sono in abominio al Signore
che si compiace di chi ha una condotta integra.
21Certo non resterà impunito il malvagio,
ma la discendenza dei giusti si salverà.
22Un anello d'oro al naso d'un porco,
tale è la donna bella ma priva di senno.
23La brama dei giusti è solo il bene,
la speranza degli empi svanisce.
24C'è chi largheggia e la sua ricchezza aumenta,
c'è chi risparmia oltre misura e finisce nella miseria.
25La persona benefica avrà successo
e chi disseta sarà dissetato.
26Chi accaparra il grano è maledetto dal popolo,
la benedizione è invocata sul capo di chi lo vende.
27Chi è sollecito del bene trova il favore,
chi ricerca il male, male avrà.
28Chi confida nella propria ricchezza cadrà;
i giusti invece verdeggeranno come foglie.
29Chi crea disordine in casa erediterà vento
e lo stolto sarà schiavo dell'uomo saggio.
30Il frutto del giusto è un albero di vita,
il saggio conquista gli animi.
31Ecco, il giusto è ripagato sulla terra,
tanto più lo saranno l'empio e il peccatore.
COMMENTO
Meditare ogni versetto di questo capitolo undicesimo, ci aiuta a comprendere questa celeste verità, quanto l'umile e il saggio e cioè l'uomo che fa la volontà di Dio vive nella prosperità e nella grazia perché benedetto dal Signore, camminando nella via che conduce alla vita eterna. Lo stolto, invece, l'uomo superficiale che rifiuta il Regno dei Cieli, il Regno dell'Amore vero e puro, vive scioccamente e si attira il male che fa. Anche nel libro dei Proverbi si conferma la purezza come requisito per la santità che sostiene quanti la praticano, mentre la depravazione manda l'uomo in rovina. Il Signore ama i giusti, gli uomini onesti che pur di non offendere il Padre e pur di non far del male al prossimo, preferiscono vivere in povertà e in bassezza; sono questi gli uomini che il Signore ama e benedice, innalza e conforta. Gli uomini che creano disordine vivranno nelle inquietudini a differenza del giusto che vive sereno pur nonostante le difficoltà e i dolori della presente vita. I giusti con la loro bocca risanano le ferite morali di chi è vittima delle ingiustizie terrene, a differenza degli stolti che aggravano il dolore negli animi sensibili. La via della giustizia e della misericordia rende uomini integri e graditi all'Onnipotente che dona ai Suoi diletti l'eredità della gioia e della vita senza fine in Cristo. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia, dice il Signore. Benefica se stesso l'uomo misericordioso dice il versetto 17, perché chi perdona sarà perdonato dal Signore. Ecco perché Gesù chiamò beati coloro che perdonano. La ricchezza materiale è inutile perché questa non permette all'anima di salvarsi, ma è la giustizia, cioè l'essere anime che osservano la parola del Signore che ci fa ottenere salvezza dal Padre, per questo il versetto 4 dice: Non serve la ricchezza nel giorno della collera, ma la giustizia libera dalla morte. Tutti gli uomini che pensano di vivere in eterno solo perché possiedono tanti beni materiali fanno dei ragionamenti sciocchi poiché solo chi è umile e giusto davanti al Signore riceverà in premio la vita eterna. Oggi i ricchi si prendono gioco di chi ha il bisogno di essere aiutato, ma la parabola di Gesù sul ricco e il povero Lazzaro, ci presenta nella semplicità la realtà spirituale dei superbi e degli umili: il primo e cioè il ricco, riceve la condanna eterna, mentre il secondo e cioè il povero vive saziandosi in eterno. Gesù ha utilizzato un'immagine semplice per fare entrare il concetto di condanna e vita eterna nelle menti non ancora preparate, lo Spirito Santo che è Spirito di Verità ha successivamente fatto comprendere il significato delle parole di Cristo, aprendo le menti alla comprensione della verità dei Cieli . Dunque meglio vivere in miseria ma nell'integrità di spirito anziché essere ricchi, vivere nel benessere con un cuore duro e stolto, perché la Sapienza e la Salvezza sono riservate agli umili e ai giusti. Sia questo un monito che accompagni le nuove generazioni: I cuori depravati sono in abominio al Signore che si compiace di chi ha una condotta integra. Infatti gli impuri e gli immorali sono disprezzati dal Signore, mentre i giusti, i puri, gli uomini umili e beati sono amati ed esaltati da Colui che è Santo, Giusto e Misericordioso. I santi con la loro vita ci hanno mostrato la realtà annunciata da Cristo; essi infatti hanno osservato i comandamenti del Signore, vivendo in semplicità, ma quanto sono stati esaltati poi! Il loro nome non è stato dimenticato e le loro anime sono al cospetto di Dio, qual premio per la loro fedeltà. Se Francesco Bernardone non avesse scelto di spogliarsi per Cristo, oggi il suo nome sarebbe caduto nel dimenticatoio, invece egli è ricordato perché è stato umilissimo e poverissimo, stiamo infatti parlando di San Francesco d'Assisi. Se Francesco avesse continuato la sua carriera terrena, nessuno se lo sarebbe ricordato, invece spogliandosi totalmente, Cristo lo ha innalzato e ancora oggi noi ricordiamo il suo nome poiché egli è vivo presso il Dio vivente e il suo nome è presente! Viviamo in umiltà e povertà sull'esempio del poverello di Assisi perché solo così saremo graditi ed esaltati dal Signore nostro Dio che vive e regna nei secoli dei secoli.