sabato 7 aprile 2012

Il Sabato dei Salmi - Salmo 99 - Dio, re giusto e santo


Salmo 99   

Dio, re giusto e santo 
[1]Il Signore regna, tremino i popoli;
siede sui cherubini, si scuota la terra.
[2]Grande è il Signore in Sion,
eccelso sopra tutti i popoli. 

[3]Lodino il tuo nome grande e terribile,
perché è santo.
[4]Re potente che ami la giustizia,
tu hai stabilito ciò che è retto,
diritto e giustizia tu eserciti in Giacobbe. 

[5]Esaltate il Signore nostro Dio,
prostratevi allo sgabello dei suoi piedi,
perché è santo. 

[6]Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti,
Samuele tra quanti invocano il suo nome:
invocavano il Signore ed egli rispondeva.
[7]Parlava loro da una colonna di nubi:
obbedivano ai suoi comandi
e alla legge che aveva loro dato.
[8]Signore, Dio nostro, tu li esaudivi,
eri per loro un Dio paziente,
pur castigando i loro peccati.
[9]Esaltate il Signore nostro Dio,
prostratevi davanti al suo monte santo,
perché santo è il Signore, nostro Dio. 

Commento dal sito: http://www.padrelinopedron.it

È un inno a Dio re giusto e santo. Per tre volte risuona l’esclamazione: "Egli è santo!". 

L’ispirazione risale probabilmente al libro di Isaia, che vide Dio su un trono eccelso e udì l’acclamazione: "Santo, santo, santo" (6,1-3). Il salmo vuol ricordare a chi prega che l’adorazione è essenziale di fronte alla santità di Dio. Per questo Gesù ha posto nel Padre nostro, come prima domanda: "Sia santificato il tuo nome" (Mt 6,9).

Non meno importante è l’espressione: "Re potente che ami la giustizia" (v. 4). Proprio nel mistero della croce, alleanza e giudizio si intrecciano più strettamente. Dio ha annunziato nello stesso tempo il Dio della misericordia e il Dio giudice. Ciò che provoca il giudizio di Dio è soprattutto l’ingiustizia, la durezza di cuore e la mancanza d’amore nei rapporti umani, come ci insegna specialmente Mt 25,31-46 e Gc 5,4.

Commento dei Padri della Chiesa

v. 1 "Quando noi ascoltiamo i salmi, le profezie, la legge, tutte cose che sono state scritte prima che il nostro Signore Gesù Cristo venisse nella carne, tutto il nostro sforzo dovrebbe essere quello di vedervi il Cristo, di comprendervi il Cristo. Applicatevi a questo salmo con noi e in esso cerchiamo il Cristo; sì, si mostrerà a quelli che lo cercano, lui che prima apparve a quelli che non lo cercavano. Non fuggirà quelli che lo desiderano, lui che ha redento quelli che lo trascuravano. Ecco che la prima parola parla già di lui: Il Signore regna. Il Signore nostro infatti ha cominciato a regnare, ha cominciato ad essere predicato dopo che risorse dai morti e ascese al cielo, e dopo aver colmato i suoi discepoli, con la fiducia dello Spirito santo, perché non temessero la morte, che egli aveva già ucciso in se stesso. I popoli possono ben adirarsi! Essi procureranno la corona dei martiri. L’ira dei popoli era necessaria ai servi di Dio per purificarli: il medico dunque beve per primo la bevanda amara, perché il malato non abbia paura di berla" (Agostino).

"Il Signore regna: è la gloria della risurrezione" (Cassiodoro).

v. 2 "Il Signore, liberando i suoi prigionieri e permettendo loro di ricostruire il tempio, era eccelso sopra tutti i popoli; ma il Signore crocifisso lo è ancor di più, predicato ed esaltato in tutta la terra" (Origene).

v. 4 "Il proprio di un regno autentico è di governare con sapienza i sudditi. L’onore del re ama questo, esige questo: un re si onora agendo così. Ciò che segue illumina maggiormente il versetto: come un re giusto, tu hai emanato una giusta sentenza; hai liberato Israele dai pagani e liberato i pagani dal diavolo" (Teodoreto).

"Per onorare il re eterno, l’uomo anzitutto giudichi se stesso e condanni egli stesso il proprio peccato" (Girolamo).

"Il Salvatore è lo stesso Dio che diede la legge nel deserto. Hai preparato le giuste leggi che renderanno la mercede al tempo della retribuzione" (Eusebio).

v. 5 "Adoratelo perché è Dio. Si è fatto uomo senza mutamento per la sua divinità" (Atanasio).

vv. 6-8 "Colui che ha instaurato il suo regno sulla terra è lo stesso che Mosè, Aronne e Samuele invocavano" (Atanasio).

"Il salmista nomina Mosè, Aronne e Samuele, tutti e tre sacerdoti, perché vuole che noi vi scorgiamo il Cristo... Questi tre santi erano perfetti davanti agli uomini, ma quello che è perfetto per gli uomini è ancora imperfetto per Dio. È come un artista che ricomincia la sua opera perché ne vede i difetti, mentre i profani non li vedono. Allora Dio vendica: non irato, ma propizio, per benevolenza. Il castigo di Mosè fu di non entrare nella terra promessa; noi non conosciamo il castigo di Aronne e di Samuele, ma Dio lo sa. Essi ebbero per lo meno quello di dover vivere in mezzo a un popolo di contraddizione; per chi si avvicina a Dio, questo è un grande castigo: tanto più che il peccato degli altri ti tortura quanto più ti sei allontanato dal tuo. Più abbonda in te la carità, più tu soffri per il peccatore" (Agostino).

"Il Signore ci infonde il timore dicendo: A questi tre perfetti, Mosè, Aronne e Samuele, il Signore ha perdonato i peccati, ma senza mancare di punire le loro debolezze" (Ruperto).

"Il Signore ha parlato ai figli d’Israele nella nube (Es 16 e 19). Più tardi ha parlato agli apostoli sotto il velo della carne che aveva assunta e che nascondeva la sua divinità" (Girolamo).

"Dio esaudiva i suoi fedeli proprio perché obbedivano ai suoi comandi e alla sua legge" (Teodoreto). 

v. 9 «"Esaltate il Signore nostro Dio" significa: voi, ai quali sono rivelati i misteri divini, e che siete condotti per mano alla conoscenza di Dio, rendete a lui gloria per tutto ciò che il vostro spirito ha compreso. E siate certi che quanto procura tanta meraviglia al vostro spirito, via via che si eleva nella conoscenza, non è ancora la sua magnificenza, ma soltanto lo sgabello dei suoi piedi» (Gregorio di Nissa).


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